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Uno studio sulle leggi internazionali sulle droghe e’ partito questa settimana a cura dell’Home Office (ministero Interno). L’inizio prevede una visita in Portogallo per verificare l’impatto della politica che da lungo tempo e’ impostata su una limitata decriminalizzazione.
Il ministro liberaldemocratico Jeremy Browne, che e’ tra i fautori piu’ importanti di una modifica legislativa, visitera’ 10 Paesi e presto si rechera’ in Danimarca, dove visitera’ le narcosale in cui i tossicodipendenti si somministrano eroina sotto controllo sanitario. Una iniziativa che in Gran Bretagna e’ gia’ in corso, in via sperimentale, a Brighton per la riduzione delle morti correlate alle droghe.
Browne si rechera’ anche in due Stati degli Usa, Washington e Colorado, dove lo scorso novembre sono stati approvati due referendum per l’uso ricreazionale della marijuana.
Browne visitera’ anche la Svezia, dove viene applicata una politica di tolleranza zero e astinenza, cosi’ come vorrebbero i conservatori britannici anche per il loro Paese. Stesso viaggio in Giappone, dove vige un regime di forte contrasto con altrettanta tolleranza zero.
Lo studio e’ stato commissionato dall’Home secretary Theresa May, in risposta ad una richiesta di una commissione della Camera dei Comuni, con l’intento di riformare le attuali leggi vecchie di 40 anni. I lavori dovranno concludersi entro al fine dell’anno. May non e’ per la decriminalizzazione e crede che non sia necessario un ripensamento dell’attuale approccio britannico alle droghe. Ma sostiene che c’e’ bisogno di nuove dimostrazioni di come si lavora in altri Paesi, perche’ ogni confronto su una possibile alternativa si basi su chiari fatti ed analisi.
Browne quindi partira’ con questo studio oggi in Portogallo, dove la politica di depenalizzazione ha rimosso i reati penali per il possesso personale di tutte le droghe illegali, ma, da quando e’ stata introdotta nel 2001, questa normativa non ha reso legali le droghe.