L’ex ministro degli Esteri Jorge Castaneda Gutman è ora convinto che la cannabis debba essere legalizzata in Messico e negli Stati Uniti. “Secondo la Dea (il Dipartimento antidroga Usa), il 60% dei profitti dei cartelli messicani deriva dalla cannabis. Se cominciamo a togliergli quella sarebbe già molto. Non possiamo però farlo da soli qui in Messico, gli Usa devono fare altrettanto”.
In un lungo editoriale sulla rivista Foreign Policy, Castaneda scrive:
“Il consumo di droghe degli Stati Uniti non è diminuito per niente negli ultimi dieci anni, e non ci sono ragioni per pensare che le cose cambieranno in futuro… Infatti, gli Stati Uniti sembrano andare nella direzione opposta; ovvero, verso la depenalizzazione della cannabis, una maggiore tolleranza verso forme di riduzione del danno da consumo di eroina, verso programmi per curare i pazienti dipendenti da metamfetamine, e in generale verso l’adozione di una politica meno repressiva sulle droghe. Come ad esempio la decisione di Obama di non applicare le leggi federali contro la marijuana in quegli Stati che l’hanno legalizzata per usi terapeutici.
E’ assurdo che centinaia di soldati, poliziotti e piccoli spacciatori messicani muoiano a causa della guerra alla droga a Tijuana quando a circa cento chilometri a nord, a Los Angeles -secondo quanto riporta il New York Times- ci sono più negozi di cannabis terapeutica che scuole pubbliche.
Una strategia più saggia per il Messico sarebbe quella di unirsi agli americani che chiedono la legalizzazione della marijuana e dell’eroina.”
Attualmente, Castaneda insegna alla New York University.