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Tornano ad aumentare le overdose anche in Italia. Un aumento che certamente preoccupa e che è da tenere sotto’occhio, ma che per fortuna non è a livelli allarmanti come quelli nordamericani. In Italia nel 2017, secondo i dati ufficiali pubblicati nella relazione della Direzione Centrale Servizi Antidroga, sono state 294 le morti legate a sostanze. Quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente, ma comunque meno di quelle del 2015. Secondo il sito Geoverdose.it, che monitora le morti per overdose nel nostro paese attraverso segnalazioni e notizia sulla stampa, nel 2018 (al 30/8) le morti per sovradosaggio di sostanze sono state 166 (l’anno scorso ne erano state rilevate con le stesse modalità 197) per cui sostanzialmente in linea con la stima dell’anno precedente.

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naloxoneLa maggior parte dei decessi sono causati da oppiacei. Non abbiamo ancora un dato trasparente sul coinvolgimento di eventuali di oppioidi sintetici, spesso tirati in ballo dalle ipotesi di stampa, ma che non sono mai stati evidenziati nelle statistiche. E’ molto più probabile che le overdose da oppiacei siano imputabili alla presenza sul mercato locale di eroina particolarmente pura, rispetto allo standard del luogo. Il tasso di mortalità legato alle droghe in Italia rimane fra i più bassi in Europa e nel Mondo, anche grazie alle politiche di Riduzione del Danno implementate negli ultimi 30 anni, spesso a dispetto della politica nazionale, dai servizi sul territorio. Ed in particolare anche grazie ad una politica di diffusione del naloxone, della quale il nostro paese è stato pioniere. Proprio su questo Forum Droghe ha prodotto una accurata ricerca, che potete ritrovare qui. Nonostante la repressione che come abbiamo denunciato nel Libro Bianco è tornata a colpire anche i consumatori, l’Italia rimane un paese che ha da insegnare cose rispetto alla prevenzione delle morti da uso di sostanze. Anche per questo insieme a ITARDD avvieremo nei prossimi mesi una carovana per l’Italia per promuovere le buone pratiche, purtroppo ancora presenti a macchia di leopardo nel nostro paese.

Come detto nel resto del mondo la situazione invece è davvero preoccupante. In Scozia ad esempio nel 2017 sono morte per overdose 934 persone (su poco più di 5 milioni di abitanti), mentre la situazione negli Stati Uniti è a livelli drammatici. Nel 2017 secondo i dati pubblicati dal New York Times sono stati 72.000 i morti per overdose. In USA sono morte più persone per droghe in un anno che la somma dei rispettivi picchi annuali di incidenti stradali, morti per HIV e morti da arma da fuoco. Una strage, in larga parte dovuta – qui sì – alla presenza di oppiodi sintetici nel mercato, fentanyl in testa, che nel 2017 hanno provocato quasi il doppio dei morti rispetto all’eroina.

Nella giornata mondiale per la sensibilizzazione contro le overdose e per il ricordo delle vittime è importante segnalare come le morti da sostanze siano prevenibili, in primis con la messa a disposizione di strumenti informativi e sanitari (come il naloxone) utili a riconoscere e intervenire sulle overdose, con politiche di intervento di riduzione del danno a bassa soglia (comprese le stanze del consumo sicuro) e rimuovendo lo stigma nei confronti di chi usa sostanze. Infine è certamente necessario, anche in Italia, introdurre la “legge del buon samaritano“, ovvero una normativa che ponga al riparo da eventuali conseguenze negative coloro che prestano soccorso, chiamano aiuto o portano le persone colpite da malore in ospedale.

Alle 15.15, dalla pagina Facebook di Fuoriluogo, diretta facebook dal titolo Overdose Day: Naloxone e peer support. Punti di forza nella di prevenzione delle morti per overdose con Angelo Giglio, medico, Maria Teresa Ninni, operatrice RdD ASL Torino, Andrea Fallarini, ITARDD, Susanna Ronconi, Forum Droghe, Lorenzo Camoletto, Gruppo Abele/Coop Alice, Barbara Neirotti, Indifference Busters, Frederic Jaeger, Indifference Busters.

Qui tutte le informazioni e le risorse grafiche per partecipare alla mobilitazione anche sui social network con gli hashtag #endoverdose #maisenzanaloxone.