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Per anni, lo Unodc, l’agenzia antidroga delle Nazioni Unite, ha fornito alla comunità internazionale dati fasulli circa la produzione di cocaina, al malcelato scopo di provare l’efficacia della guerra alla droga e in particolare del Plan Colombia: correggendo poi retroattivamente, con la massima disinvoltura, le cifre fornite in precedenza. Vediamo in dettaglio le fasi della farsa.
Atto I: nell’autunno 1999, il Senato statunitense approva il costosissimo programma pluriennale denominato Plan Colombia per addestrare in Texas gli alti gradi colombiani dell’Ejercito, dell’Armada e della Policia ad azioni militari rivolte a disarmare le forze rivoluzionarie e quelle paramilitari; e per attuare fumigazioni aeree mirate a distruggere le piantagioni di coca.
I Report 2000 e 2001 dello Unodc stimano la produzione colombiana a 695 tonnellate annue (cifra retroattivamente raddoppiata rispetto alle stime iniziali forse per giustificare l’intervento statunitense).
Atto II: dal 2001 al 2005 si attua il piano. Puntualmente, i Report Unodc del 2002, 2003, 2004 e 2005 hanno dimezzato le stime iniziali della produzione colombiana (da 695 a 390 tonnellate), così certificando il successo dell’intervento statunitense.
Atto III: nel dicembre 2005, la Commissione d’inchiesta del Senato americano, di cui faceva parte Barack Obama, sancisce il fallimento del Plan Colombia (“è sconcertante -scrive- la mancanza di qualsiasi elemento che indichi un reale progresso nella guerra contro la droga e nella neutralizzazione delle forze paramilitari”). Lo Unodc si “allinea” alla nuova posizione Usa col Report 2006, “rivedendo” la produzione colombiana del 2004 da 390 a 640 tonnellate.
L’associazione Libera ha cercato di andare oltre i dati inconsistenti forniti dallo Unodc e dalle autorità americane, entrando nei meandri delle cifre del Governo colombiano.
Nel 2007, abbiamo esaminato migliaia di comunicati dei corpi militari e di polizia della Colombia riguardanti i laboratori clandestini di cocaina scoperti e distrutti, nonché i sequestri di cocaina e di sostanze chimiche necessarie per la sua fabbricazione. I dati sono stati trasferiti in un archivio elettronico.
Nel 2008, nell’archivio sono stati raccolti 30.000 dati riguardanti la scoperta e la distruzione di 3.348 laboratori (di coca base) e di 311 cristalizaderos (della polvere di cocaina che va in commercio). Per 152 cristalizaderos, le autorità colombiane hanno stimato una produzione mensile di cloridrato di cocaina complessivamente pari a 599,49 tonnellate, alle quali bisogna aggiungere le tante prodotte dagli altri 159 non stimati e dall’enorme e sconosciuto numero di cristalizaderos non scoperti! Un team di economisti delle Università di Bologna e di Trento che hanno elaborato il data base di Libera, è giunto alla conclusione che la Colombia ha prodotto nel 2008 tra 2.000 e 4.500 tonnellate di cocaina (a fronte delle circa 600 tonnellate stimate dallo Unodc!).
La reazione del direttore Unodc, Antonio Costa, è stata fin qui stizzita ma generica, lasciando intendere che i dati colombiani sono falsati da doppi conteggi e da esagerazioni. La prima obiezione è inconsistente in quanto l’archivio elettronico evita proprio i doppi conteggi. La seconda si scontra con la coerenza interna dei dati: le stime sono altamente correlate con il numero delle apparecchiature e con la quantità delle sostanze chimiche ritrovate nei cristalizaderos.
Lo Unodc non ha invece mai chiarito le infinite contraddizioni dei propri dati. Basti pensare che ha stimato, per il 2008, soltanto 99.000 ettari di superficie coltivata a coca, a fronte di 230.000 ettari fumigati o eradicati manualmente! Lo Unodc sostiene che la produzione è rimasta pressoché costante dal 1999 ad oggi, ma questa tesi stride con tutti gli altri indici in vertiginoso aumento. In particolare, con i sequestri di cocaina in Colombia, passati da 70 tonnellate a 245 tonnellate; con i laboratori scoperti, passati da 250 a 3.659; con i sequestri di precursori liquidi, da 900.000 a 4 milioni di galloni; con i sequestri di precursori solidi, da 750 a 6.000 tonnellate; con le superfici fumigate, da 45.000 a 160.000 ettari; con le superfici eradicate, da 700 ettari a 96.000 ettari.
Non c’è bisogno di essere dei matematici per capire che i dati Onu non tornano!

(Altre informazioni sui Rapporti mondiali Onu su www.fuoriluogo.it)
*Libera