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NEW YORK – C´è una Cia parallela oltre alla Cia parallela che potreste immaginare già. È un servizio deviato nel vero senso del termine: deviato dal suo compito originario. Perché la Drug Enforcement Administration, conosciuta in tutto il mondo come Dea, è stata creata nel 1973 per combattere appunto il traffico di droga. Ma negli anni il suo potere segreto e parallelo è cresciuto al punto da comprendere intercettazioni condotte per conto di governi stranieri e coinvolgimenti negli affari corrotti di mezzo mondo.
«Mi serve aiuto per le intercettazioni», implora e minaccia con un messaggino lanciato dal suo Blackberry il presidente panamense Ricardo Martinelli: il destinatario è l´ambasciatore americano nel paese del Canale, che cerca di resistere alle pressioni per spiare l´opposizione. Ma il ministro degli Interni di un altro paese, il Paraguay, non è meno diretto. Chiede agli yankee di dargli una mano a controllare i ribelli di sinistra dell´Esercito Popolare del Paraguay già in contatto con le Farc colombiane. Anche qui l´ambasciatore prova dapprima a resistere: non può mettere a disposizione le sue apparecchiature per questi scopi. E lo spregiudicato ministro: «Il narcotraffico conta, ma non potrebbe mai rovesciare il nostro governo. L´Esercito Popolare sì».
La verità sul servizio segreto parallelo è saltata fuori dai cable di WikiLeaks pubblicati dal New York Times e da El Pais. Il confine tra lecito e illecito è sempre difficile da tracciare quando ci si muove sul terreno della lotta a un business come il narcotraffico, capace di influenzare politiche e governi quando non è gestito direttamente da questi. E qui i cable sostengono per esempio che in Africa, nella Guinea, il capo del cartello è il figlio dello stesso presidente. In tandem con i governi locali la Dea utilizza quindi il suo sistema di ascolto “Matador” per intercettare i boss del traffico. Ma sempre più spesso i governi lo vogliono utilizzare per gli affari loro.
Il panamense Martinelli è arrivato a minacciare la Dea di sloggiarla, se non gli avesse dato una mano a controllare gli oppositori di sinistra: qui c´è la fila per lavorare con me, dice, potrei rivolgermi ai servizi israeliani. L´insistenza del presidente è così forte che gli americani cominciano a sospettare che voglia distogliere la Dea dai sui suoi affari di famiglia. In questo caso l´organizzazione antidroga ha preferito tirarsi fuori. Ma in Paraguay ha finito invece per accettare l´”invito” del governo.
Certo, restano innegabili i successi. Nei cable, per esempio, i militari messicani raccontano tutta la loro frustrazione per la battaglia antidroga condotta dal governo, sostenendo di avere più fiducia negli americani che nei loro vertici corrotti. E la pressione degli Usa nei paesi dell´America Latina sta spingendo i narcos a traslocare i propri paradisi altrove: da qui il fiorire dei traffici dalla Guinea al Ghana. Ma le rivelazioni sulle commistioni con i governi corrotti sono naturalmente nuove fonti d´imbarazzo per gli Usa. Che aggiungono l´ennesima voce al conto da far pagare a Julian Assange.