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Chiamare o no l’autoambulanza se in discoteca qualcuno si sente male dopo l’assunzione delle ‘droghe ricreazionali’, come ecstasy, cocaina o chetamina? A sciogliere il dilemma, almeno in Gran Bretagna, saranno ora vere e proprie linee guida scritte a piu’ mani da medici, forze dell’ordine e proprietari dei locali. Le regole stabiliranno quando chiamare il soccorso, in modo da scongiurare serie conseguenze e decessi tra i ‘clubber’.

Ora, invece, la sorveglianza dei locali si attiva solo quando i frequentatori delle discoteche mostrano segni gravi di malessere, altrimenti nessuno si preoccupa. Anche perche’ il timore dei proprietari dei locali e’ quello di vedersi revocata la licenza per via della presenza di sostanze stupefacenti.

Le linee guida, scritte sotto la supervisione di medici tossicologi, di fatto ribaltano la prospettiva dando almeno implicitamente per scontato che nei locali sia oramai impensabile impedire la circolazione di droga. E cercano dunque di gestire la situazione nel modo meno dannoso per i cittadini. Dieci i sintomi ‘spia’ da tenere sotto controllo. Basta scovarne uno per suggerire al personale di sicurezza di chiamare l’ambulanza.
Tra questi “incapacita’ di rispondere agli stimoli, dolore al petto simile a quello di un infarto, pressione alta, battito cardiaco molto accelerato, temperatura superiore al normale”, spiegano i ricercatori dell’Unita’ veleni del Guy’s and St Thomas’ Nhs Foundation Trust. Le linee guida sono pubblicate anche sulla rivista Substance Abuse Treatment, Prevention and Policy.

Molti grandi club, nel Regno Unito, hanno gia’ creato all’interno dei loro locali un angolo ‘medico’ dove chi si sente male puo’ essere assistito. Ma evidentemente questa misura e’ risultata insufficiente. “Le linee guida – dice uno dei medici, David Wood – servono proprio per mettere a punto strategie migliori per l’assistenza pre-ospedaliera dei clubber che hanno assunto sostanze stupefacenti, per insegnare cosa fare allo staff dei ‘corner medici’ delle discoteche e per stabilire quando chiamare l’autoambulanza”.