Tempo di lettura: < 1 minuto

CONDANNATO nel novembre scorso a due anni di reclusione per il suo ruolo da protagonista nel famigerato assalto alla scuola Diaz, è stato promosso la passata settimana. Puntualmente, è forse il caso di dire, considerando gli avanzamenti di carriera di tutti gli altri funzionari coinvolti in quella nera pagina della storia della Polizia di Stato. Michelangelo Fournier, 45 anni, sale ai piani alti della Direzione Centrale Antidroga, la più antica forza di coordinamento tra polizie italiane. Durante il G8 era il braccio destro del capo della “Celere”, Vincenzo Canterini. Era il numero 2 del disciolto VII Nucleo anti-sommossa. E´ l´uomo che durante il processo parlò di atti da «macelleria messicana» commessi dai suoi agenti all´interno dell´istituto scolastico. Che giurò di essere entrato in una stanza e di aver gridato: «Basta, basta!». Queste dichiarazioni nel giugno del 2007 furono amplificate dalla stampa e in qualche modo lo fecero ingiustamente passare da “pentito” agli occhi dell´opinione pubblica. Il poliziotto “buono”. In realtà Fournier fino all´ultimo del dibattimento è stato accusato di essere tra i più determinati partecipanti al blitz. Un avvocato sostenne che aveva personalmente preso a calci una ragazza esanime. L´interrogatorio del funzionario, in sostanza, non fu di alcuna utilità nell´individuazione di altri responsabili. Alla vigilia della sentenza il suo difensore, Silvio Romanelli, lamentava come il suo cliente fosse stato confinato in ufficio «a passare carte», che dal luglio 2001 fosse rimasto un vicequestore senza passare di grado, «sostanzialmente fermo con la carriera da sette anni, ovvero dal momento in cui fece quelle dichiarazioni». Probabilmente oggi, secondo il legale, è stata fatta giustizia.

(m. cal.)