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“Occorre individuare un luogo culturale e politico per un confronto serio tra istituzioni e operatori sulle tematiche delle droghe e delle dipendenze, in vista della nuova conferenza nazionale”: è la richiesta prioritaria espressa oggi da Lucio Babolin, presidente del Cnca, in apertura dell’incontro “Droghe tra consumi e dipendenze”, convocato dal coordinamento delle comunità insieme alla Fedrserd (Federazione italiana degli operatori dei dipartimenti e dei servizi delle dipendenze) in occasione della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti.

La seconda richiesta riguarda “l’individuazione di una sede tecnica i cui parlare dell’assetto dei servizi. Oggi – ha detto Babolin – si rimette in moto il Tavolo di alta integrazione”, nato nel 2002 come momento di riflessione del sistema degli accreditati nel settore delle dipendenze in Italia. “Il sottosegretario Giovanardi ha invitato me e altri rappresentanti degli operatori a un confronto in Consiglio dei ministri: si aprono gli spazi per un dialogo, nei limiti di due paletti a cui il governo non intende rinunciare: illiceità del consumo e l’uscita dalla dipendenza come finalità del trattamento”.

Tra le criticità individuate dagli operatori, oltre all’aumento e alla diversificazione dei consumi, vi è la mancata applicazione, in circa la metà delle regioni italiane, delle Intese Stato-Regioni del 1999, relative sia agli aspetti organizzativi sia agli accreditamenti delle strutture. “Bisogna iniziare innanzitutto ad applicare le leggi che ci sono – ha detto Alfio Lucchini, presidente di Federserd. La relazione appena presentata al parlamento evidenzia un trend preoccupante, anche se, secondo quanto afferma il sottosegretario Giovanardi, non drammatico: emerge chiaramente una complessità che richiede un intervento ampio e diversificano, livelli organizzativi forti e momenti di investimento. Nonostante le eccellenze presenti nel nostro paese, i servizi pubblici sono in una fase di stallo totale. L’Italia spende, rispetto a molti paesi europei, circa la metà delle risorse per la riorganizzazione della risposta a queste problematiche. Chiediamo che il modello del Tavolo di alta integrazione diventi per il governo e per le regioni un modello di riferimento stabile sia per la lettura della realtà che per la proposizione di nuove strategie”.

All’appello di Cnca e Ferderserd ha risposto stamattina Enrico Rossi, coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, che si è impegnato a “riportare queste riflessioni in una apposita commissione congiunta degli assessori alla sanità e alle politiche sociali, che si potrebbe convocare peri l prossimo settembre”.

Sull’inadeguatezza delle risorse economiche si è soffermato Riccardo De Facci, responsabile nazionale del Cnca per le dipendenze: “le rette regionali per la residenzialità terapeutica o pedagogiche variano dai 146 euro del Trentino ai 38 del Lazio e ai 37 della Campania: rette che, per di più, sono pagate generalmente dopo quattro anni. Stiamo facendo le banche degli assessorati regionali alla sanità”.

La mattinata si è conclusa con le riflessioni di Giovanni Serpelloni, nuovo direttore del Dipartimento nazionale antidroga. “Gli interlocutori e i decisori fondamentali sono le regioni – ha precisato – che detengono i soldi e la possibilità di riorganizzare i servizi: è dunque innanzitutto a loro che occorre rivolgersi. Il dipartimento nazionale – ha annunciato – si impegnerà a creare tavoli settoriali, per assicurare un confronto chiaro ed efficace”. Per quanto riguarda i Lea, “questi – ha precisato – sono livelli obbligatori per le ragioni, ma solo a condizione della sostenibilità finanziaria. Dobbiamo abbandonare l’approccio assistenzialistico – ha aggiunto . E riflettere sui tempi di latenza, cioè metterci nell’ottica della diagnosi precoce. Infine – ha concluso – dobbiamo attivare un sistema di valutazione dei servizi che ci renda credibili”.