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La primavera del 2025 si preannuncia come un momento cruciale per la democrazia italiana. Con l’avvicinarsi dell’approvazione definitiva del cosiddetto DDL Sicurezza, la Rete Nazionale No DDL Sicurezza lancia un appello urgente alla mobilitazione di massa per impedire l’entrata in vigore di un provvedimento che, secondo gli attivisti, segna una pericolosa svolta autoritaria nel Paese.

Il comunicato diffuso dalla rete non usa mezzi termini: la legge rappresenta uno spartiacque tecnico-giuridico e politico che conferma il consolidamento di un modello di governo sempre più repressivo e in contrasto con i principi fondamentali della Repubblica antifascista. Un cambiamento di scenario che non è isolato, ma che si inserisce in un contesto internazionale di restrizione delle libertà civili e di crescente influenza delle destre illiberali.

Secondo la rete, il DDL Sicurezza risponde alla necessità delle élite economiche e politiche di normalizzare un modello sociale assoggettato alle logiche del capitalismo tecnologico, che richiede una sorveglianza capillare e una repressione sistematica del dissenso. La stretta securitaria, dunque, non è solo una questione di ordine pubblico, ma parte di una strategia più ampia per limitare le possibilità di contestazione sociale e politica.

Con la chiusura imminente dei lavori in Commissione, il provvedimento sarà presto discusso in Aula per la sua approvazione definitiva. Di fronte a questo scenario, la rete No DDL Sicurezza chiama alla mobilitazione tutti i settori della società civile: movimenti sociali, sindacati, studenti e forze politiche democratiche sono chiamati a scendere in piazza il giorno in cui la legge verrà discussa in Senato.

L’obiettivo è chiaro: costruire un fronte di resistenza capace di impedire l’approvazione del provvedimento e riaffermare il diritto al dissenso. Le mobilitazioni, che hanno già visto una manifestazione di 100.000 persone lo scorso 14 dicembre, culmineranno in una grande protesta a Roma nel giorno decisivo. La parola d’ordine è chiara: disobbedienza e insubordinazione contro la normalizzazione autoritaria.

“Ci troveranno pronti e pronte”, affermano gli attivisti, determinati a contrastare quella che considerano una minaccia diretta allo stato di diritto e alla partecipazione democratica. Nonostante la scarsa attenzione mediatica, la lotta contro il DDL Sicurezza si preannuncia come uno dei momenti più significativi del confronto politico e sociale dell’ultimo decennio.