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La distruzione delle piantagioni illegali di coca in Colombia ha comportato una riduzione della produzione di droga rispetto al 2001, e una diminuzione della sua qualita’. Lo ha dichiarato il direttore dell’Ufficio della politica nazionale del controllo della droga degli Stati Uniti, John Walters. In una conferenza stampa a Bogota’, il funzionario statunitense – conosciuto anche come ‘Zar antidroga’ – ha dichiarato che ‘nonostante la produzione di cocaina nel 2007 sia rimasta pari a quella dell’anno precedente (600 tonnellate), e’ scesa del 24% rispetto al 2001, anno in cui se ne produssero 900 tonnellate’. Un successo, secondo Walters, risultato dello ‘sradicamento manuale delle piante di coca, della fumigazione e dei continui sequestri che hanno permesso di rendere meno produttive le piantagioni’. Azioni che, hanno inoltre comportato una diminuzione della purezza della polvere bianca e l’aumento dei suoi prezzi, passati in un anno in loco da 97 dollari al grammo (circa 70 euro) a 139. La conferenza stampa si e’ conclusa ricordando come i successi ottenuti in Colombia nella lotta al narcotraffico siano risultato della collaborazione con la Casa Bianca, che ha gia’ stretto rapporti di cooperazione anche con Peru’ e Messico. Infine Walters ha esortato Bolivia e Venezuela a ‘riconsiderare i propri rapporti con la comunita’ internazionale’ in tema di lotta al narcotraffico. Secondo le autorita’ statunitensi, fra l’altro, il passaggio di cocaina colombiana attraverso il territorio venezuelano e’ quadruplicato dal 2004, raggiungendo le 282 tonnellate annue. La Colombia e’ il primo produttore mondiale di cocaina, seguita da Peru’ e Bolivia.