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“Nonostante le pesanti perdite, valutabili in migliaia di uomini, i Talebani si stanno avvicinando a Kabul e potrebbero ripetere l’assedio alla capitale come durante la guerra contro i sovietici negli anni ’80”: questa è l’analisi della situazione in Afghanistan proposta da Gulf News, uno dei più autorevoli quotidiani arabi in lingua inglese, che sottolinea come “i Talebani non debbano vincere, ma solo aspettare che il nemico perda”. In questo particolare frangente un elemento chiave e’ dato dalla disponibilita’ per i Talebani dei ricchi proventi del narcotraffico, un dato che si va ad aggiungere alle tensioni fra Usa e Russia, dei problematici rapporti fra la coalizione internazionale ed il Presidente Karzai, oltre alla presunta connivenza dei servizi segreti pakistani deviati. E nel commercio internazionale di droga (con la relativa necessita’ di ‘ripulirne’ i proventi), per Washington un ruolo centrale spetta agli Emirati, in particolare a Dubai. Alcuni analisti strategici sostengono che grazie ad un tacito patto di non belligeranza con l’Isi, i servizi segreti deviati di Karachi, i Talebani abbiano costituito la loro roccaforte in Waziristan, nel nord-ovest del Pakistan, attualmente senza Presidente. Anche l’attuale crisi fra Usa e Russia non aiuta a convincere i membri della Nato ad accogliere l’appello del suo segretario generale ad un maggiore impegno sul campo. Quanto ai rapporti con il governo afghano di Hamid Karzai sono stati ‘raffreddati’ dall’incidente in cui giovedì scorso in un raid aereo americano sono morti per errore 90 civili, di cui 60 bambini. “Il narcotraffico finanzia l’insorgenza e l’insorgenza favorisce la coltivazione di oppio, quindi narcotraffico e insorgenza vanno contrastati insieme” afferma Antonio Maria Costa, direttore dell’Unodc – l’agenzia dell’Onu che si occupa di droga e crimini internazionali, nell’ultimo rapporto sull’oppio in Afghanistan reso pubblico ieri. Il documento dimostra che la produzione di oppio in Afghanistan è diminuita di quasi il 20% rispetto al 2007, sebbene Kabul rimanga il più grande produttore al mondo. Inoltre, è da notare come la produzione sia ormai limitata alle sole regioni meridionali dove i Talebani sono stabilmente impiantati come Helmand, Kandahar, Uruzgan, Farah, Nimroz, Daykundi e Zabul. Dagli studi realizzati dall’Unodc emerge, inoltre, che le rotte principali per il traffico di stupefacenti passano per l’Asia Centrale, l’Iran ed i paesi del Golfo verso l’Europa e l’America.
Oltre ai Talebani sono coinvolti nel traffico internazionale di narcotici i signori della guerra locali, gruppi terroristici e mafie transnazionali che si avvalgono anche dei grandi centri di snodo commerciale e finanziario come Dubai per far transitare la droga e riciclare il denaro sporco. “Data la vicinanza con l’Afghanistan, dove gran parte dell’oppio viene prodotta, molti narcotrafficanti sono sempre più attratti dai servizi logistici e finanziari degli EAU” afferma il dipartimento di Stato americano nell’ ‘International Narcotics Control Strategy Report’ diffuso nel marzo scorso. Oltre alla sua collocazione geografica gli Emirati sono “un centro bancario internazionale con grandi disponibilità di denaro liquido, hanno un settore off shore in crescita, un’economia in costante sviluppo e sono diventati, ormai, lo snodo commerciale più importante per l’Asia, l’Africa orientale e l’Europa” continua il rapporto del dipartimento di Stato. Negli ultimi decenni gli Emirati, ed in particolare Dubai, hanno attirato una grande quantità di persone (gli immigrati sono quasi l’80% della popolazione) e di capitali, soprattutto dopo l’attentato al World Trade Center. Le contromisure adottate da USA ed Europa per contrastare il terrorismo internazionale prevedono una maggiore sorveglianza dei flussi di capitali e delle attività delle Ong caritatevoli, spesso usate come copertura, che si sono, di conseguenza, trasferite nel mondo arabo, in particolare nel Golfo.
In seguito alle pressioni internazionali, le autorità degli Emirati hanno fatto grandi passi in avanti nella lotta al riciclaggio del denaro sporco, al finanziamento del terrorismo internazionale, nonché nel contrasto del narcotraffico. Segni di questo impegno sono anche il sequestro, avvenuto la scorsa settimana, di 202 kg di eroina e l’arresto di 19 cittadini afghani in quello che è stato il più grande colpo mai inferto ai narcotrafficanti nel mondo arabo.