(Il Gazzettino, 25 ottobre 2007) In Gran Bretagna sono state riservate due prigioni a Canterbury (254 letti) nel Kent, e nella contea dell’Essex (154), esclusivamente per i detenuti stranieri. Scopo. sveltire il rimpatrio forzato, appena espiata la pena e fornire ai reclusi un’assistenza più mirata, da quella linguistica alle pratiche per l’immigrazione.
“È più facile farlo in un unico posto che disperdere gli specialisti in tutti i penitenziari del Paese”, ha spiegato alla Bbc Anne Owers, ispettrice generale per il trattamento dei detenuti. L’idea è nata tenendo conto dell’alta percentuale di detenuti con turbe psichiche che non ricevono sostegno adeguato a causa delle barriere culturali e linguistiche.
Il ministero della Giustizia del governo laburista ha dato notizia dell’iniziativa solo a posteriori e “incidentalmente”, in un rapporto sulla salute mentale delle persone dietro le sbarre. Questi centri di reclusione costeranno – per singolo detenuto – il doppio di una normale prigione.
Nel mondo politico londinese nessuno ha sollevato polemiche o proteste anti-xenofobe, ma il partito conservatore, all’opposizione, è perplesso: “Mentre due intere prigioni – ha detto il ministro-ombra della Giustizia, Nick Herbert – sono dedicate agli stranieri, il resto è stracolmo di gente. Il provvedimento che non risolve minimamente il problema a livello nazionale. Sarebbe meglio dare più spazi nelle prigioni, rimandando a casa un elevato numero di reclusi”.
Nelle celle del Regno Unito soggiornano undicimila stranieri, una percentuale elevata visto che in tutto i reclusi sono 81 mila e che c’è un grosso problema di sovraffollamento. Secondo il ministero degli Interni, i conservatori non devono preoccuparsi poiché la priorità rimane il rimpatrio dei detenuti stranieri. “Abbiamo avviato un piano – ha spiegato un portavoce del dicastero – per rimandarli nei loro Paesi ancor prima del processo”.
Il ministro della giustizia, David Hanson, ha spiegato che è stato sviluppato un accordo con un centinaio di Paesi stranieri per snellire le pratiche: “Nel 2005 abbiamo rimpatriato 1.500 detenuti. Lo scorso anno 2.500. Quest’anno ci aspettiamo che il numero salga a 4 mila”.
In ogni carcere per stranieri ci sono cinque agenti del servizio immigrazione che si occupano solo delle procedure burocratiche. Se l’esperimento pilota delle due carceri avrà successo, altri centri di detenzione “only for foreigners” saranno inaugurati, visto che i detenuti stranieri abbondano, in particolare giamaicani (1.464) e nigeriani (1.061).