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(Notiziario Aduc) Il governo afghano torna a prendere in considerazione l’ipotesi di spruzzare diserbanti per combattere la coltivazione del papavero da oppio fortemente caldeggiata dall’Amministrazione americana. Citando fonti dei Governi Usa e afghano, il quotidiano “New York Times” rende noto che una nuova proposta americana ha ‘trovato alcuni sostenitori’ nell’entourage del presidente afghano Karzai, che rivalutano una iniziale risposta negativa ‘categorica’ a questo genere di interventi. Alcuni esponenti del governo afghano, rappresentanti dei dicasteri dell’Ambiente e della Salute, sono d’accordo nel provare il glifosato su alcuni campi gia’ nella fase di crescita delle piantine, prima del raccolto della primavera prossima (questo significa nelle prossime settimane). Nei giorni scorsi, numerosi esponenti del Governo afghano sono rimasti favorevolmente colpiti da un briefing ‘tecnico’ di Charles Helling, consulente scientifico dell’ufficio narcotici del dipartimento di Stato, dove viene fatta girare una nota tecnica secondo cui la sostanza e’ ‘meno tossica del sale, del caffe’ della nicotina e della vitamina A’.
Penso che ora la questione sia gestibile’, testimonia Thomas Schwich, assistente del segretario di stato per le questioni del narcotraffico internazionale, annunciando numerosi programmi di aiuto ai coltivatori costretti a convertire i loro campi.
Quest’anno, l’Afghanistan ha prodotto il 93 per cento degli oppiacei distribuiti nel mondo (dal 2006 all’anno successivo, le coltivazioni sono aumentate del 17 per cento, la produzione di oppio del 34 per cento). E sempre piu’ papavero da oppio viene trasformato in eroina e altri derivati direttamente in Afghanistan, elevando in modo esponenziale i profitti dei narcotrafficanti, a stretto contatto, quantomeno geografico, con gli insorti. Il problema maggiore e’ nella provincia meridionale di Helmand, dove quest’anno sono state prodotte 4.400 tonnellate di oppio, quasi la meta’ della produzione nazionale. Il programma governativo per la conversione dei campi e la distruzione dei raccolti ha fino a ora dato scarsi risultati. Quest’anno solo il nove per cento dei campi coltivati a papavero e’ rientrato nel programma di estirpazione delle piantine, il 24 per cento in piu’ dello scorso anno ma sempre troppo poco per contrastare un fenomeno in netta crescita. ‘Il processo di estirpazione delle piantine negli ultimi cinque anni non ha funzionato. Quest’anno e’ stato una farsa’, ha dichiarato Antonio Maria Costa, il direttore del programma dell’Onu per la lotta agli stupefacenti.

‘Il Presidente Karzai ha respinto categoricamente l’adozione di un programma di irrorazione con diserbanti. I danni collaterali sarebbero immensi’, ha dichiarato in una recente intervista al New York Times, Farooq Wardaq, ministro per i rapporti con il Parlamento, senza citare esplicitamente il rischio tutto politico della disgregazione del gia’ molto fragile governo.
Malgrado questo, nelle ultime settimane, il Governo, o quantomeno alcuni esponenti dell’amministrazione Karzai, sembrano aver fatto marcia indietro. ‘Stiamo lavorando per convincere i ministri cruciali e lo stesso Karzai ad accettare questa strategia. Vogliamo convincerli a dimostrare di avere potere. Il governo deve dimostrare il suo potere nelle province lontane’, ha spiegato il funzionario del governo afghano citato dal New York Times. Lo stesso ministro per la lotta al narcotraffico, il generale Khodaidad, ha spiegato al quotidiano americano che la proposta dell’uso del diserbante e’ ‘seriamente valutata’ a Kabul.