Tempo di lettura: < 1 minuto

(Notiziario Aduc) In Russia si e’ aperta una campagna contro i libri, le canzoni, le magliette e gli accessori di qualsiasi tipo che potrebbero indurre al consumo di stupefacenti, senza che sia stato fissato un criterio per distinguere la propaganda da una semplice citazione o che sia stata stabilita una pena precisa. Tutto e’ lasciato all’arbitrio dei poliziotti russi che, come e’ noto, non brillano certo per tolleranza.
Chissa’ che a una squadra anti-droga non venga quindi in mente di vietare ‘L’erba vicino alla soglia della mia casa’, la canzone che gli astronauti russi intonano per scaramanzia prima di ogni missione, o di sequestrare i racconti di Sherlock Holmes, visto il vizietto del famoso detective, assiduo fumatore di oppio. E a giudicare dai primi sequestri effettuati queste non sono ipotesi da scartare.
Tra i libri messi all’indice, accanto a uno scontato Irwin Welsh con il suo ‘Trainspotting’, troviamo Tom Wolfe con ‘The electric kool- Acid test’ o Lester Grinspoon, insigne professore di Harvard, con un testo dal titolo ‘ammiccante’ : ‘Marijuana, un farmaco proibito’.
Sequestrate anche alcune custodie per i telefonini con impresse le foglie di cannabis, uno zaino che sostituiva alle classiche spighe di grano dei loghi sovietici la pianta della marijuana e una crema a base di semi di erba.
Secondo alcuni esperti russi, interpellati dal quotidiano ‘Novie Izvestia’, questa caccia alle streghe e’ ridicola: un proibizionismo cosi’ duro spinge i giovani al consumo anziche’ allontanarli dalle droghe, e le multe colpiscono solo innocenti negozianti.
In attesa di criteri piu’ precisi, meglio comunque non avventurarsi nella Federazione Russa con indosso una maglietta di Bob Marley.