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(Agi) Firenze, 19 maggio 2007 – La morte di un quindicenne in una scuola in provincia di Milano, ha riportato alla ribalta il tema della droga tra i giovani e, soprattutto, tra i minorenni. “Sapremo dagli inquirenti quali siano state le cause del decesso del ragazzo, ma mi permetta di dubitare sull’efficacia del cosiddetto ‘test antidroga’ sui minorenni. Non e’ con un test, infatti, che a mio avviso si possono “convincere” i ragazzi a non fare uso di droghe”. Lo scrive il Presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi in una lettera aperta. “Qualsiasi considerazione – continua – su un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale, come quello del consumo di droghe tra i minorenni, va fatta partendo dai fatti e dalle cifre. Le statistiche parlano, infatti, di un raddoppio in Italia del consumo di cannabis negli ultimi anni: siamo intorno ai 3 milioni e 800mila persone, secondo i rilevamenti dell’Istat. Si comincia sempre prima, intorno ai 14-15 anni, e nel mondo giovanile di droga ne gira un fiume, a disposizione di ragazzi che stanno attraversando la stagione piu’ complicata della loro formazione personale e psico-fisica”. “Pensare – ha scritto ancora Renzi – che i test sui ragazzi siano un deterrente, o un filtro, di fronte a un fenomeno che ha queste dimensioni e’ assolutamente illusorio. La tolleranza zero va usata sugli spacciatori intorno alle scuole e nei luoghi di ritrovo dei giovani. Con i ragazzi, soprattutto se minorenni, c’e’ bisogno di uno sforzo di tipo educativo e preventivo, a cominciare da casa e dalle famiglie che, sono sicuro, potrebbe avere successo sui giovani i quali, a quell’eta’, sono tentati dalle leggi del branco, dal mito di una pericolosa trasgressione, dal confronto spesso aspro con l’autorita’, parentale o meno”. Infine per il presidente della provincia “il problema, infatti, sta proprio nella sempre piu’ frequente difficolta’ dei genitori, in primo luogo, e degli insegnanti ad instaurare un vero rapporto con i ragazzi. Per guarire alcuni degli aspetti piu’ inquietanti del disagio giovanile, attualmente, c’e’ carenza di organismi, associazioni, istituzioni, figure, spazi e luoghi. Non e’ certamente imponendo controlli chimici effettuati magari in casa, che si potra’ arginare il fenomeno devastante del consumo di droga tra i minori e nelle scuole, ma sostenendo in maniera strategica misure di prevenzione, educazione e recupero, che coinvolgano concretamente i ragazzi, le loro famiglie e i luoghi della loro formazione”.