ABUSI
Non disturbare la quiete pubblicaLUCA CASARINI
L unedì 2 agosto. Fa caldo e Padova mentre due ragazzi
"skettano" in centro, nel salotto buono di Piazza Cavour. Arriva la solita
volante e gli skaters si preparano. Già sanno come si deve fare: "si, va bene
diamo fastidio, ce ne andiamo subito". Gli agenti invece non sanno come si deve
fare. Uno scende, prende il più giovane -"è tua la tavola?". Neanche il tempo di
rispondere e molla un pugno in faccia al ragazzo. Il quale, dolorante, comincia
a protestare. Manette, e via sui sedili posteriori dell'alfetta. L'altro skaters
accorre-"che succede, ma dai andiamo via subito...". I due poliziotti stavolta
agiscono in coppia, e la volante se ne parte sgommando e a sirene spiegate con
due passeggeri supplementari. Entra nel cortile della Questura, e qui viene il
bello. I ragazzi sono tirati fuori di peso ed inizia il trattamento. Pugni,
calci, colpi di karate, intervallati da "perche ti faccio questo? Perché
esisti", oppure "se fossi tuo padre ti spezzerei le gambe, così prendo i soldi
dell'assicurazione". Gli skaters sono malconci. Troppo per rilasciarli. E allora
via di nuovo, ammanettati, verso il carcere. Quando escono è pomeriggio del
giorno dopo. Ci sono rimasti solo una notte, ma è più che sufficiente. Ospedale,
T.A.C., raggi. Hanno contusioni ovunque, traumi da botte sui fianchi, sulle
costole, in testa, sul volto. L'ufficio stampa della Questura scrive
direttamente gli articoli del giorno dopo sui giornali locali. "Due pericolosi
criminali hanno aggredito gli agenti e stavano per sopraffarli. Hanno vent'anni.
Usano lo skate." Peccato che c'erano testimoni, in piazza. E peccato che i
criminali in questione hanno molti amici. Ieri duecento tra skaters, breakers,
graffittari, suonatori di jambe, con quelli del centro sociale Pedro, hanno
fatto una visitina in Questura. Non è finita. Al Lido di Venezia cosa c'è di
meglio, piuttosto che rincoglionirsi con la chimica o con l'alcool, di una buona
canna di marijuana? Ne sono convinti i protagonisti della storia, e lo ripetono
anche ai carabinieri in servizio antidroga, che li trattano come due pericolosi
boss della sostanza. Ma i giovani leggono, si tengono informati, e per tutta
risposta tirano fuori dalle tasche un articolo di giornale che riporta l'ultima
sentenza della Cassazione in materia di spinello di gruppo. I carabinieri non
sanno leggere. Perquisizioni corporali e domiciliari, tanto per spaventare la
mamma. E poi denunce e segnalazioni alla prefettura. Stessa cosa una settimana prima sempre in quel di Venezia, a S. Donà di Piave. Alla vista degli articoli della suprema Corte, i militi hanno dato in escandescenze contro un gruppo
di ragazzi che fumavano tranquillamente. "Adesso vi segnaliamo alla Prefettura,
così vi ritirano la patente e spendete un sacco di soldi per gli esami. A noi
non ci prendete per il culo.". Leggo nei giornali e sento per radio e
televisione queste cose. Un sacco di gente viene a trovarmi e mi telefona. Ma è
il 6 Agosto e non sono ammalato. Sono agli arresti domiciliari dal 28 luglio e
devo starci per un mese. Adesso. Poi ne arrivano altri cinque. Molti, moltissimi
miei compagni e compagne dei centri sociali ormai si sono mangiati la
condizionale come me a forza di occupazioni, manifestazioni, sit-in, casini
vari. Il Procuratore generale aveva chiesto per me la detenzione in galera -
"bisogna dare un segnale forte". Non mi hanno concesso l'affidamento in una
cooperativa che io stesso ho fondato con altri e che accoglie da anni detenuti.
Perché? "Non vi è stata alcuna rivisitazione critica del comportamento
anti-giuridico, posto in essere per una precisa scelta e opzione ideologica."
Tradotto: dovevo dire che il Questore di Trieste aveva fatto bene a darmi un
foglio di via per tre anni da quella città in cui ero andato per una conferenza
stampa. Polizia e carabinieri vengono a trovarmi spesso:"Sa, in questo periodo
c'è polemica per gli arresti domiciliari". Chissà se noi che andremo in galera
per questi "reati", rientriamo nelle statistiche? Mi piacerebbe chiederlo a
Diliberto, ma non so dov'è in ferie. Io, comunque, sono a casa.
tratto da il manifesto
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