La Cannabis, nota anche come marijuana, ganja, pot, kif, hemp e
almeno altri trecento nomi diversi, e' una delle piu' antiche piante psicoattive
conosciute dall'umanita'.
Originaria delle regioni dell'Asia Centrale, lungo
il corso dei secoli si e' diffusa praticamente ovunque, superando ogni tipo
di avversita' ambientale. Possiamo trovarla in tutto il bacino mediterraneo e
nelle Americhe, nelle regioni piu' interne dell'Africa e in nord - Europa,
nel continente australiano e nell'Oriente piu' estremo.
Confrontando
il significato dei termini che indicano la pianta nei gruppi linguistici Indo - europeo,
Finnico, Turco e Semitico, troviamo sempre la radice 'kan', col doppio significato
di 'hemp' e 'cane' (canna). Invece il suffisso 'bis' si riferisce
all'evoluzione linguistica dei termini 'bosm' (ebraico) e 'busma' (aramaico):
odoroso, dal buon profumo, aromatico (S. Benetowa in The Book of Grass).
Una tavoletta assira nella Royal Library del re Assurbanipal (circa
ottavo secolo a.C.) che chiama la pianta 'qunubu' o 'qunapu' e la sorprendente somiglianza tra il semitico 'kanbos' e lo sciita 'cannabis' dimostrano
come l'origine etimologica e culturale della parola vada ricercata nelle
civilta' dell'Asia Minore. In quest'area il raccolto della cannabis, largamente impiegata per la fibra fin dai tempi piu' antichi, costituiva occasione d'incontro e di festa per molte persone: il forte aroma e l'effetto
intossicante della pianta venivano cosi' sperimentati collettivamente. Tali
occasioni si trasformarono presto in cerimonie cultural - religiose che riunivano
insieme la struttura del circolo matriarcale tipica delle popolazioni locali
e il culto dei morti, i sacrifici purificatori e altri rituali mistici. Questi
riti erano parte centrale della cultura degli Sciiti, ad esempio, ed e' ragionevole
supporre che i bagni di vapore in uso presso gli antichi abitanti delle odierne
zone dell'Europa Orientale abbiano la stessa origine - cannabis in slavo
e' 'kepati', in russo 'kupati'.
Ancor oggi, in Polonia, la vigilia di Natale si
consuma un zuppa a base di semi di cannabis: secondo la tradizione popolare in quella
notte i morti vengono a far visita ad amici e parenti, cenando insieme
a loro. In Oriente il termine 'andare a fare il bagno' indica non solo un
atto di purificazione e piacere, ma anche un modo di seguire le regole
divine. In Europa, il termine 'bagno' prese ad indicare qualunque club
dove ci si riuniva a giocare a carte, bere caffe', fumare hashish e tabacco.
Anzi, quest'ultimo ebbe rapida diffusione nel Vecchio Mondo proprio grazie all'assidua frequentazione di questi 'bagni'.
Riguardo al tabacco,
alcuni storici sostengono che esso fosse diffuso nell'area mediterranea ed in
Africa molto tempo prima che gli Spagnoli ne riportassero degli esemplari dal
Sud - America nel 1500.
Anche i numerosi reperti archeologici ritrovati non fanno altro
che confermare come in ogni epoca storica le diverse popolazioni del pianeta
avessero imparato a coltivare ed usare la cannabis per molti scopi. Pare
che i primi usi come fibra e medicina risalgano addirittura al XXVII secolo
prima di Cristo, mentre nel Columbia History of the World (1981) possiamo
leggere che ".....i primi tessuti conosciuti erano fatti presumibilmente
di hemp, pianta coltivata a tale scopo fin dall'ottavo secolo a. C." A
tale data infatti risale il piu' antico manufatto umano - un pezzetto di
tessuto di canapa - scoperto nella zona di Catal Huyuk, in Mesopotamia. Sempre
all'ottavo secolo a.C. risalgono alcuni frammenti di vasi di terracotta
trovati nell'isola di Taiwan e decorati con striscie di canapa pressate
nella creta ancora fresca. Di sicuro veniva coltivata in Cina e in Egitto
fin dal 4000 a.C., nel Turkestan dal 3000 a.C., e la troviamo nominata
nei testi Babilonesi, Persiani, Ebrei, Caldei. Le sue proprieta' terapeutiche erano ben note agli antichi abitanti
di India, Cina, Medio Oriente, Asia Sud - Orientale, Sud Africa e Sud America. Archeologi, antropologi, economisti e storici concordano sul fatto
che da molto prima del mille a.C. e fino al 1883 la cannabis costituisse
la coltivazione piu' diffusa sul pianeta, fornendo materia prima per i
piu' diversi usi: fibre, tessuti, olio per illuminazione, carta, incenso,
medicina, cibo.
Senza dimenticare, infine, che da molti secoli le sue qualita'
psicoattive ne hanno permesso l'uso in pratiche religiose e meditative,
soprattutto nel subcontinente indiano, per produrre alterazioni della psiche
e favorire le esperienze mistiche.