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Un test antidroga sulle strade contro l'ecstasy del sabato sera
Esperimento in Umbria. Il Viminale deciderà se estenderlo. Risultato in 40 secondi

di ALVARO FIORUCCI

Il Dott. Pietro Alfonsi, medico dell' Ospedale Santa Chiara di Trento ha inviato a La Repubblica una lettera di commento a quest'articolo.
Cliccate qui per leggerla.
PERUGIA - Il momento più rischioso è l'alba, dopo una notte passata ballando e correndo tra un locale all'altro. Ci si mette in macchina per tornare a casa e i riflessi sono allentati. Il rischio di incidenti è altissimo. Così da quattro mesi la polizia stradale di Perugia ha deciso di eseguire un test sperimentale sugli automobilisti, uno strumento che in futuro potrebbe essere affiancato all'etilometro. Si chiama "triage" ed è un kit che consente al personale medico della polizia di accertare in 40 secondi se un guidatore è drogato e che tipo di droga ha preso.
Oggi il ministro degli Interni riceverà dalla questura di Perugia un dossier con i risultati di quattro mesi di sperimentazione che è finita sabato notte. E dovrà decidere se estendere o meno l'uso del test. Il camper con il laboratorio mobile scortato da polstrada e volanti si è piazzato una decina di volte vicino a discoteche e locali notturni. A tutti i giovani fermati veniva chiesto se volevano o meno sottoporsi al test. Su 244 giovani esaminati il 10 per cento era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti: il 40 per cento aveva fumato marijuana, il 35 per cento aveva ingerito pasticche di ecstasy; percentuali più basse per cocaina e anfetamine. "È comunque tra le 5 e le 7 - hanno rilevato i medici Pioda e Rossi dell'ufficio sanitario della questura - che il numero delle positività è più alto: in questa fascia oraria sale al 40 per cento".
Hanno un'età media tra i 25 e i 30 anni (più alta di quella che la stessa polizia attribuisce al frequentatore-standard di discoteche); l'88 per cento sono uomini, il 12 per cento donne. I risultati del "triage" hanno avuto conferme dall'istituto di tossicologia dell'università di Tor Vergata. Il numero dei giovani invitati a sottoporsi al test è comunque più alto, ma il 22 per cento ha detto no: potevano farlo, non è obbligatorio. "È uno dei tanti sistemi che può aiutarci a prevenire gli incidenti stradali - ha detto il questore Nicola Cavaliere - un mezzo di prevenzione di situazioni davvero esplosive che mettono a repentaglio la vita di chi guida in quelle condizioni e degli altri. Abbiamo fatto un esperimento, ora si può ragionare sui risultati e vedere che futuro potrà avere il test".
Potrebbe anche essere un futuro di polemiche visto che alle prime uscite del laboratorio mobile i pannelliani umbri sono insorti. "Si usa uno strumento non previsto dal codice della strada - afferma il radicale Andrea Mauri - e poi ci sono tanti dubbi: che prevenzione può fare un sistema come questo? E chi può escludere che non ci sia una coercizione quanto meno psicologica?". A queste obiezioni in questura rispondono con quella che definiscono "la linearità delle procedure": il test è volontario, viene invitato a sottoporsi alle analisi chi è risultato positivo all'etilometro o chi dai medici della polizia (dalla deambulazione, come dalla dilatazione delle pupille) viene considerato a rischio, la privacy è garantita, la segnalazione all'autorità giudiziaria e alla prefettura viene fatta quando ci sono le controprove.
Secondo i dati emersi nella giornata sulle nuove droghe organizzata dal ministero della Solidarietà Sociale i luoghi in cui maggiormente si localizza il consumo delle nuove droghe è soprattutto la discoteca. Per il 50,2% dei giovani è il luogo in cui è più probabile recuperare una pasticca di ecstasy. A grande distanza seguono le comitive (20,4%) e gli amici (14,8%) come tramite per il consumo e la strada (8,2%).

 

 

"Il test antidroga funziona, usiamolo in tutta Italia"
Parla Nicola Cavaliere, questore di Perugia

di MARIO REGGIO


ROMA - "Non vedo perchè l'uso del test antidroga non possa essere esteso su tutto il territorio nazionale, noi l'abbiamo sperimentato con successo".
Il questore di Perugia, Nicola Cavaliere, non nasconde la sua soddisfazione: "L'idea m'è venuta grazie alla perspicacia di un medico dell'équipe della questura. Quattro mesi fa mi avvisò che la "Bracco" stava sperimentando un kit, chiamato "triage", che consentiva l'immediata individuazione di "metaboliti anfetaminici" nelle urine, prova certa dell' uso di numerose sostanze stupefacenti come l'ecstasy, la cocaina, la cannabis. A quel punto ho chiesto all'azienda produttrice - continua Cavaliere - di spedirci un bel quantitativo di kit. Da giugno abbiamo iniziato a lavorare nei pressi delle discoteche". Secondo fonti non ufficiali il bilancio sarebbe incoraggiante: su 35 automobilisti che si sono sottoposti volontariamente al test, 15 sono risultati positivi. Dati poi confermato dai controesami effettuati all'Università di Tor Vergata di Roma.
All'inizio, però, le proteste di radicali e antiproibizionisti non sono mancate. "I contrasti ci sono stati, ma poi c'è stato un chiarimento: abbiamo sempre operato in stretto rapporto con l'autorità giudiziaria - risponde Nicola Cavaliere - è stata sempre garantita la privacy delle persone che si sono sottoposte volontariamente al test, d'altro canto il kit non è stato mai usato da solo. Prima le pattuglie della Polizia Stradale hanno usato l'etilometro, poi sono intervenuti i medici della nostra équipe per eseguire le ulteriori analisi. Abbiamo operato rispettando rigorosamente la legge. L'articolo 187 del Codice della Strada infatti prevede che "quando gli operatori della polizia ritengono che l'automobilista sia sotto effetto di stupefacenti, possono trasferirlo in una struttura sanitaria pubblica per gli accertamenti necessari". Il nostro obiettivo non è la repressione, ma di spingere, specie il sabato notte, chi non è in grado di guidare l' auto a passare il volante ad un altro - conclude il questore di Perugia - così si eviterebbero decine di incidenti e di decessi". Nei prossimi giorni la questura di Perugia spedirà una relazione al ministero dell'Interno. E segnalerà al prefetto i nomi dei 15 giovani risultati positivi ai test.
Euforica la reazione di Alleanza Nazionale. Il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile per le politiche della famiglia, ha dichiarato: "Queste sono le misure che vanno prese nelle battaglie che uno Stato che voglia dirsi civile deve condurre contro le tossicodipendenze. Altro che l'abolizione delle sanzioni amministrative, come vorrebbe irresponsabilmente il ministro Livia Turco".

Il nuovo Codice della strada, all'art. 187, indica espressamente il divieto di "guidare in condizioni di alterazione fisica o psichica correlato con l'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope". Secondo tale articolo quando gli operatori della polizia ritengono che l'automobilista sia sotto effetto di stupefacenti, possono trasferirlo in una struttura sanitaria pubblica per gli accertamenti necessari.

In sostanza il semplice sospetto dovrebbe fare scattare l'accertamento dell'effettivo 'stato di alterazione' Il testo non indica espressamente modalità e strumenti da usare a tal fine.

I test delle urine comunemente utilizzati hanno un vizio di fondo: non sono in grado di distinguere tra l'intossicazione in atto ed il consumo pregresso: tra chi cioč si č appena fatto una canna e chi magari ha fumato anche una settimana prima.

Chi risulti positivo ad un simile inattendibile test deve sottoporsi ad una trafila, minuziosamente descritta nei suoi risvolti grotteschi alla pagina Proibito guidare, che può portare alla sospensione della patente.

Al signor questore di Perugia vorremmo chiedere: cosa ha di rivoluzionario questo nuovo kit?

Assolutamente nulla sul piano della accuratezza diagnostica: da questo punto di vista riproduce i limiti del tradizionale esame di urine. Si limita a rendere la procedura più veloce.

Quanto costa?

Molto di più dell'esame tradizionale, che oltretutto dovrebbe in ogni caso essere eseguito per conferma. Tutto grasso che cola per la industria farmaceutica produttrice, cui il signor questore fa tra l'altro una spudorata pubblicità indiretta, citandola esplicitamente.

Un consiglio all'euforico senatore di AN: perchè non utilizza le sue energie per trovare modi migliori di impiegare i soldi dei contribuenti ?

 
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