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MITO: L'uso, anche occasionale, di derivati della cannabis può provocare danni cerebrali con comparsa di disturbi psicotici: panico, allucinazioni, delirio.

REALTA': Non esiste nessuna seria evidenza scientifica che l'uso, anche abituale, di derivati della cannabis sia associato con una aumentata incidenza di disturbi psicotici.


Le radici del mito risalgono agli anni '30: l'asserzione che la marijuana fosse responsabile di malattie mentali fu uno dei cavalli di battaglia della isterica campagna di stampa proibizionista scatenatasi in quegli anni negli USA.

Il mito fu rafforzato, in epoca successiva, da alcuni studi effettuati su pazienti di ospedali psichiatrici in India ed Egitto, entrambi paesi in cui il consumo di cannabis è diffuso in ampi strati della popolazione, culturalmente accettato e legalmente tollerato.

I risultati di tali studi, criticati per il pressappochismo metodologico con cui erano stati condotti, furono smentiti da numerose ricerche condotte, negli USA e in Europa, negli anni '70: in nessuna di esse fu possibile dimostrare una associazione statisticamente significativa tra consumo di cannabis e insorgenza di disturbi psicotici.

È vero che in alcuni casi può succedere che, dopo l'assunzione di cannabis, e per lo pił in contesti di "disagio psichico", si sperimentino stati di panico, perdita del controllo di sé e, in casi molto rari, veri e propri "stati psicotici" : allucinazioni, delirio, etc.

Si tratta tuttavia di effetti transitori, legati alla fase della "intossicazione acuta", che si osservano in genere dopo ingestione di grandi quantità e che si risolvono spontaneamente una volta cessato l'effetto della sostanza, senza alcun residuo "danno al cervello" (!).

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