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La XVIII Conferenza Internazionale sulla Riduzione del danno, che si è tenuta a Varsavia alla fine di maggio, non ha offerto grandi novità, anche se spunti interessanti non sono mancati, specie nelle aree delle “nuove droghe”e dei consumi giovanili, dei consumi storici e delle nuove reti. Per ciò che riguarda i nuovi consumi, la situazione è particolarmente effervescente in due aree specifiche, Nord Europa e Oceania. Nel nord Europa (Austria, Germania e Gran Bretagna in particolare) dilaga l’uso della Ketamina come droga ricreativa, laddove in Italia questa è tuttora una sostanza di nicchia, propria di rave particolari e spesso associata al consumo dei punkabbestia. Dall’area oceanica arrivano notizie dell’introduzione sul mercato di sostanze finora sconosciute (Bzn e Tfpp), che godono di grande successo tra i giovani frequentatori di rave e party, soppiantando l’ecstasy. La risposta australiana, in termini di politiche pubbliche, si è concentrata sulla ricerca e l’analisi dei flussi dei consumi, sullo studio della tipologia delle sostanze e sui rischi collegati al consumo: per produrre in tempi rapidissimi materiale di informazione rivolto ai consumatori, lasciando ad un secondo momento il problema del contrasto al traffico (prima la salute, poi la repressione).
Circa i consumi storici, si è dibattuto sul problema dei soggetti “co-infettati” da Hiv e Hcv (epatite C): c’è rischio di una nuova pandemia, con l’allarmante prospettiva di decessi per cirrosi e patologie epato-correlate. Le linee guida delle Istituzioni europee e mondiali (Unaids; Oms; Global Fund, ecc.) prescrivono l’inizio precoce del trattamento standard (con ribavirina e peginterferone) nei casi di coinfezione Hiv/Hcv, e invitano tutte le persone sieropositive a uno screening generalizzato per l’Hcv e per le altri epatiti.
Novità anche per le “stanze del consumo” (safe injecting room). I Governi di Vancouver e Sydney – senza distinzione politica – hanno finanziato con convenzioni pluriennali le “stanze” basandosi sul risparmio economico che queste comportano (ad esempio, per i mancati interventi di ambulanze). Nonostante nei due centri si siano verificate oltre 600 overdose, non c’è stato alcun decesso. A Sidney, inoltre, gli stessi cittadini sono scesi in piazza per difendere il servizio, in risposta a un attacco politico.
Più critica la situazione per i trattamenti sostitutivi, che mancano in quasi tutti i Paesi dell’Asia centrale e dell’Est Europa; quando esistono, assomigliano più al carcere duro spacciato per centro di recupero. È stata perciò lanciata una petizione per chiedere alla Commissione Europea, all’Unaids e agli altri organismi interessati di intervenire sui Governi per garantire ovunque, entro il 2010, l’accesso ai trattamenti sostitutivi. Circa l’innovazione e il lavoro di rete, da segnalare la Finlandia che ha proposto una campagna di prevenzione attraverso sms: un progetto molto costoso, ma con un potenziale di intervento davvero ampio.
Interessante anche il network internazionale dei giovani operatori e consumatori lanciato a margine della conferenza. Questa rete vuole coinvolgere il maggior numero possibile di ragazzi che scelgono la riduzione del danno per apportare idee innovative nei programmi mondiali e dare quel tocco di freschezza che sembra essersi un po’ perso.

  • Coordinatore area Rdd LILA nazionale