Tempo di lettura: 2 minuti

In Italia si stima che il 60% delle persone positive all’Hiv abbia contratto anche il virus Hcv (responsabile dell’epatite C, ndr), e la condizione di tossicodipendenza attiva o l’essere in terapia sostitutiva risultano essere forti discriminanti per l’accesso ai trattamenti in generale e al trapianto di organo in particolare. Il tema dell’accesso ai trapianti e ai trattamenti per i consumatori di sostanze illegali o per le persone in terapia sostitutiva con metadone o buprenorfina è stato al centro di un’intera sessione del convegno “Hot Issues in Hiv/Hcv Co-infection in Southern European Countries”, che si è svolto il 18 e 19 ottobre a Bilbao. Più di cento attivisti provenienti da Spagna, Italia, Portogallo, Francia hanno affrontato l’emergenza della co-infezione Hiv/Hcv nel sud dell’Europa da varie angolazioni: il trapianto di fegato in Hiv/Hcv, i costi e i benefici dei trattamenti attualmente utilizzati, gli aspetti sociali, psicologici e neurologici della co-infezione e delle terapie.
Il convegno – organizzato da diverse sigle fra cui il Forum Espanol Activismo Aids Tratamento e lo European Aids Treatment Group – era rivolto alle persone che vivono con Hcv/Hiv, agli attivisti e ai rappresentanti dei consumatori di sostanze, agli operatori sociali del settore, alla comunità scientifica. Per l’Italia, oltre a Lila, partner italiana del convegno, erano presenti molte realtà.
Gli obiettivi del convegno erano vari: dall’aumentare la conoscenza e lo scambio di esperienze sulle migliori pratiche in materia di Hcv/Hiv, al potenziamento dell’advocacy, fino alla creazione di una rete internazionale di attivisti positivi all’Hcv/Hiv.
La ricaduta sul panorama italiano consiste nell’implementazione dei trapianti di fegato per le persone positive all’Hiv, nell’armonizzazione dei protocolli, e nella promozione dell’accesso ai trapianti e ai trattamenti per l’Hcv per i consumatori attivi e le persone in trattamento con metadone o buprenorfina.
L’agenda definita alla fine del convegno per il 2008 prevede: l’elaborazione di un documento sulle linee guida dei trattamenti per l’Hcv e sui trapianti per le persone positive all’Hiv; la mappatura dei criteri di inclusione ed esclusione nei trapianti di fegato nelle co-infezioni; promuovere la presenza di un rappresentante della rete nel gruppo di lavoro che sta elaborando l’unificazione dei registri europei sui trapianti di fegato in pazienti positivi all’Hiv, nell’ambito del settimo programma quadro per la ricerca europeo.
Beatrice Bassini e Alessandra Cerioli
Per informazioni: Alessandra Cerioli, coordinatrice nazionale Area salute Lila: a.cerioli@lila.it