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Lo zar anti-droga Keith Hellawell – una nuova figura per l’Inghilterra, perfettamente in linea con la politica di Blair di imitare in tutto gli Stati Uniti – lancia il suo piano decennale, basato su pochi e ambiziosi punti : aiutare i giovani a resistere alle droghe; proteggere la comunità dal crimine; aiutare i consumatori a superare i problemi di droga; ridurre la disponibilità delle droghe. Il fine è quello di “creare una società sana e fiduciosa, sempre più libera dai danni causati dalle droghe”. L’idea meravigliosamente rivoluzionaria di Hellawell è di non occuparsi più prioritariamente “delle conseguenze del problema”, ma “di prevenire attivamente il verificarsi” dello stesso, con l’obiettivo di “liberare la nostra società dal legame fra droga e crimine che affligge tante vite”. Se queste non sono belle parole, nel senso di aria fritta, fate voi. Ed è incredibile che si faccia ancora finta di ignorare che la criminalità “legata alla droga”, grande e piccola, nasce non dall’uso delle droghe in sé, ma dalla volontà politica di proibire per legge tale uso.. Più concretamente, secondo Hellawell, si tratta di spiegare ai bambini inglesi “quali sono i rischi di prendere droghe”. Come se in questi anni non avessero tutti giocato a chi le sparava più grosse sui rischi delle droghe, dai cervelli che friggono come uova (pare che molti bambini abbiano improvvisamente rifiutato le uova fritte), alle sbarre del carcere, alle croci con foto e data di morte su grandi manifesti bianchi. Coi risultati che abbiamo sotto gli occhi. Il tono di Hellawell è quello, enfatico e retorico, di un politico che lancia un messaggio popolare e attraente (“Bisogna sconfiggere la droga! Questa volta ce la faremo!”), sapendo che avrà largo spazio sui media, e che “la gente” sarà pienamente d’accordo. Il contenuto è però solo una serie di elucubrazioni burocratiche, ovvero dei tipici paroloni con cui i burocrati giustificano la loro esistenza e garantiscono il successo solo se avranno più soldi e più tempo. Nulla di ciò che è scritto lascia però supporre che i risultati saranno diversi da quelli ottenuti negli ultimi trent’anni. Il grande Spinoza scrisse: “Colui che vuole regolare ogni cosa con la legge, fomenterà il vizio invece di impedirlo”. Per questo, anche se capisco benissimo che ci sono mille problemi per cambiare (non ultimo il rischio di uno sconvolgimento finanziario del “mercato globale”, che purtroppo funziona anche con i moltiplicatori innescati dal business della droga illecita), continuo ad essere un antiproibizionista convinto.