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Misure alternative, pene utili e disagi del sistema carcerario. Continua l’impegno del volontariato emiliano-romagnolo nella campagna di comunicazione “Non solo carcere, la pena utile” dedicata alle misure alternative alla detenzione, strumenti che potrebbero essere uno dei rimedi alla congestione delle carceri sovraffollate. Un tema che, secondo i promotori, dovrebbe trovare più attenzione, da parte delle istituzioni e della stampa, in una regione in cui le carceri sono al collasso, l’indice di affollamento supera il 180% rispetto al 140 della media nazionale, i detenuti sono 2100 in più rispetto alla capienza regolamentare e mancano 644 agenti di polizia penitenziaria.

In Emilia-Romagna sono 740 i detenuti affidati a misure alternative, cioè ai servizi sociali, alla detenzione domiciliare o alla semilibertà. Fra questi, 145 sul territorio bolognese. “I volontari in carcere – afferma Paolo Cigarini, referente della Conferenza regionale volontario e giustizia – entrano in contatto con una situazione difficile e disumana. Il carcere, come prevede la Costituzione, dovrebbe rieducare e stimolare dei cambiamenti. In questa società della paura, rappresenta invece una risposta miope e sbrigativa, lontana da intenti rieducativi”. L’obiettivo del volontariato penitenziario, infatti, è quello di promuovere un’idea condivisa di sicurezza che nasca non solo dalla necessaria prevenzione e repressione dei reati, ma dalla capacità di proporre una “pena intelligente” in grado di offrire ai detenuti reali possibilità di cambiamento.

“Secondo i dati del ministero della Giustizia – ricorda Carla Chiappini, direttore tecnico del progetto – ogni 1.000 detenuti che scontano la pena in carcere, 690 continuano a commettere reati appena sono fuori. Invece, su 1.000 detenuti sottoposti a misure alternative solo 190 recidivano e solo 4 commettono reati durante il periodo di detenzione”.

Per la campagna di comunicazione, già partita nelle principali città della regione con manifesti e conferenze stampa, è stato realizzato il giornale “Non solo carcere”, un numero unico curato dalla Conferenza volontariato e giustizia, che ha raccolto il contributo dell’attore ed autore teatrale Alessandro Bergonzoni.

“Quale sicurezza è quella di chi dice buttate la chiave? – si chiede Bergonzoni. “È quella – continua – di rimandare ad altre generazioni il dovere di riformare e di riabilitare quello che chiamiamo colpa e danno. Abbiamo mai fatto una ricerca interiore e ulteriore su come si può e si deve ri-leggere, ri-tradurre e ri-vedere l’imprigionare?”. Su questi e altri temi discuteranno le associazioni di volontariato che si incontreranno il 6 maggio a Bologna, dalle 9.30 nella Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, per il convegno dal titolo “La pena utile: strumenti ed esperienze in Europa e in Regione”, un’occasione per mettere a confronto le prassi europee e riflettere sui ritardi del sistema italiano.

La campagna “Non solo carcere” è il frutto dell’omonimo progetto inter-provinciale promosso dalle associazioni Oltre il muro di Piacenza, Carcere-Città di Modena, Con-Tatto di Forlì e sostenuto dai Centri di servizio per il volontariato di Piacenza (Svep) e Modena (Volontariamo). All’iniziativa hanno aderito numerose associazioni di tutta la regione.