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Il wietpas, voluto fortemente dal governo olandese dimissionario è giunto ad un mese di “vita” e la quarta settimana di applicazione, nelle regioni meridionalei del paese, si conclude con l’ormai costante bollettino di arresti e perquisizioni. La stessa applicazione pratica della norma ha già dato vita ad una scia di eccezioni, che vedono da un lato Maastricht o Breda, dove l’applicazione è stata fino ad ora rigida e letterale e dall’altro Eindhoven dove ha assunto un approccio più rilassato, soprattuto sul contestatissimo piano della registrazione dei dati dei clienti.

A Breda, la polizia prosegue con un incessante lavoro di verifica delle generalità dei soci dei coffeeshop, chiedendo a molti di fornire addirittura copia del codice fiscale. Il risultato è che le vendite arrancano, i clienti non intendono registrarsi e gli spacciatori proseguono indisturbati nel rifornire i transfrontalieri belgi, “aprendo” il mercato anche ad altre droghe: la scorsa settimana uno spacciatore è stato arrestato perchè in possesso di cannabis ed eroina, pronte per la vendita.

Ad Eindhoven, il sindaco ha ceduto sul pass ma i residenti non dovranno presentare altro se non un documento che accerti l’effettiva residenza nei Paesi Bassi; la misura è stata efficace, con un numero di iscritti che si aggira sui 1200 per ciascuni dei 30 coffeeshop della città.