L'esperienza svizzera: i canapai Esiste, al confine con il nostro, un paese dove i derivati della cannabis possono essere liberamente venduti e acquistati, all'interno di negozi specializzati: si tratta dei famosi canapai svizzeri. Per sapere qualcosa di più su questa realtà così vicina, eppure così lontana, abbiamo rivolto alcune domande allo staff di K-PAX, un canapaio di Mendrisio, una piccola città del Canton Ticino (la parte italiana della Svizzera), in passato sicuramente più conosciuta per il suo vino che per la sua canapa.
Da qualche tempo in Italia si fa un gran parlare dei
"canapai svizzeri". Ci
potreste spiegare in breve cosa sono, quando sono nati e come sono
regolamentati?
Per rispondere a questa domanda è necessario capire la posizione che la
Svizzera occupa a livello mondiale. E' risaputo che la Svizzera è un paese
neutrale, e che 4 anni fa il 51% degli svizzeri ha rifiutato di aderire allo
Spazio Economico Europeo. Quello che però non tutti sanno è che la Svizzera
è anche una delle uniche nazioni a non far parte dell'ONU. Quando la canapa
fu messa al bando ad opera del "micidiale" Harry Aslinger nel 1937 negli
Stati Uniti, che ricordiamolo aveva fornito prove "scientifiche" (risultate
false) per dimostrare che la canapa è "la droga che è la maggior causa di
violenza nella storia dell'umanità", la Svizzera dovette in qualche modo
adattarsi. Aslinger era infatti riuscito ad imporre le sue frustrazioni
sulla canapa anche alle Nazioni Unite: senza alcun supporto scientifico la
canapa viene inserita nella lista nera della "convenzione unica delle
sostanze stupefacenti" del 1961.
Le Alpi Svizzere, per la qualità dell'aria, dell'acqua e la temperatura
ottimale sono da sempre state coltivate con piante di canapa, che venivano
utilizzate nei più svariati modi (non a caso si sa che l'uomo utilizza
questa pianta da più di 5'000 anni). Negli anni '30 l'hashish veniva usato
(e pubblicizzato!) dai bernesi come efficace medicinale contro i duroni.
Trovandosi di fronte alla necessità di creare una legge sul consumo di
sostanze stupefacenti che fosse ONU-compatibile, il governo svizzero decide
però di non inserire la canapa nella lista nera delle sostanze proibite. In
Svizzera è legale la coltivazione di canapa a patto che questa non venga
utilizzata come stupefacente; possiamo dire che ci troviamo di fronte ad un
"caso speciale". L'hashish, contrariamente a quanto si crede, fa parte della
lista nera: il suo possesso è di conseguenza "immediatamente" illegale.
Nonostante la legge esista da 50 anni, l'applicazione della legge stessa da
parte delle autorità di Polizia ha subito un "forzato" mutamento nel corso
degli ultimi anni. Diversi casi che erano stati condannati da giudici
distrettuali sono risultati nulli, ovvero legali, dopo il ricorso al
Tribunale Federale Svizzero (l'organo giudiziario supremo della nazione).
Le argomentazioni sono le seguenti:
Di conseguenza un canapaio svizzero non è altro che un normale negozio, con
tanto di iscrizione al registro di commercio, che commercia prodotti alla
canapa.
Esiste in Europa una esperienza analoga ed è quella dei
coffee-shops olandesi:
quali le somiglianze e quali le differenze?
Direi che ci sono poche somiglianze. In Olanda si acquista erba e hashish in bar che hanno ricevuto una licenza particolare per poterlo fare, inotre i
prodotti si possono consumare sul posto. In Svizzera la canapa la si
acquista in un normale negozio per profumare i propri armadi (e visto il
mercato che si è creato sembra che la Svizzera sia un armadio unico!): è
quindi vietato consumare il prodotto a scopo "ricreativo". Infatti a diversi
italiani che vengono ad acquistare sacchetti profumati in Ticino la polizia
svizzera è riuscita a giocare uno snello scherzetto: se alla domanda "A
quale scopo avete acquistato questi sacchetti profumati?" si risponde un
"per farmi una bella canna!" si ricevono Fr. 150 (circa £ 200'000) di multa.
Alcune associazioni svizzero tedesche hanno cominciato a produrre i
cossiddetti "talleri": monete da collezione di puro hashish; altri bar
tollerano che si fumi all'interno. Tutto questo però è ancora meno stabile e
legale dei canapai, tant'è che gli interventi della Polizia in questa
direzione sono molto frequenti.
Ci pare di capire che i derivati della cannabis siano, in base alla
legislazione svizzera, liberamente commerciabili ma che il
loro consumo a scopo
"ricreativo" continui ad essere perseguibile, almeno in
teoria. In concreto vi
risulta che ci siano casi in cui questo aspetto della
normativa sia realmente
applicato?
La Polizia svizzera è, insieme ad altri organi governativi, assai confusa.
Se da un lato abbiamo avuto un vero e proprio boom della cannabis elvetica
negli ultimi 3 anni, dall'altro il corpo di Polizia non è ancora riuscito ad
inquadrare la situazione. Personalmente, nonostante gestisco un canapaio,
sono stato recentemente arrestato per due ore a causa di uno spinello che
conteneva 0,8 gr di canapa. La cosa mi è costata un sabato pomeriggio al
lago finito in centrale di Polizia, due ore di domande idiotiche e Fr. 150
di multa. L'agente di Polizia che ha preparato il verbale (al quale ho
dovuto insegnare come si usa Word...da stono) non era al corrente della
situazione canapai ed ha gestito il caso attenendosi alle norme di procedura
di un codice vecchio di 10 anni (non a caso uno spinello è riuscito a fargli
stampare 12 pagine). Va detto che questo mi è successo in un Cantone della
Svizzera francese.
Che vi sia stata negli ultimi anni una riscoperta del valore della canapa è
indubbio: negli USA, p.es. nel Kentucky, ogni anno nuovi ettari di campi
vengono coltivati a canapa e recentemente la catena di prodotti naturali The
Body Shop ha lanciato una riuscitissima linea di prodotti contenti estratti
di canapa. Non vedo alcun nesso tra un olio per messaggi alla canapa ed uno
spinello: esiste dunque un mercato di prodotti che non è associato agli
"effetti ricreativi" della canapa ed è un mercato (il Body Shop lo ha
dimostrato) che vale milioni!
Alcuni personaggi politici hanno fatto suonare un allarme giovani-canapa,
affermando che a causa dei canapai i giovani svizzeri fumano canapa. Vorrei
ricordare che nel rapporto dell'ISPA 1997 (Institut Suisse de Prèvention de
l'Alcoolisme et autres toxicomanies) il 22% degli studenti ticinesi di età
compresa tra i 14 e i 16 anni ammetteva di avere già provato a consumare
della canapa a scopo psicoattivo (il sondaggio risale al 1994, quando nessun
canapaio aveva ancora aperto in Ticino). Va aggiunto che tutti i canapai
Svizzeri hanno deciso di non vendere sacchetti profumati ai minori di 18
anni.
Quanti sono i canapai e quali stime si hanno del loro giro
di affari?
A gennaio 1999 la Polizia parlava di 150 canapai attivi in Svizzera. Nel
1998 si calcola che il mercato della canapa si aggirasse attorno ai 500
milioni di franchi (circa 625 miliardi di lire). La Svizzera è diventata il
più grande produttore di canapa in Europa ed ha superato anche i livelli di
produzione dell'Olanda. Se è vero che la Polizia sospetta che più del 50%
della canapa prodotta viene venduta a scopo ricreativo, una buona parte
rimane comunque canapa che viene utilizzata in svariati modi che non hanno
niente a che fare con i principi psicoattivi del THC.
Quali sono i canali di approvviggionamento delle "materie prime"?
Tutta la canapa venduta viene prodotta in Svizzera. I produttori migliori si
trovano tutti nella parte tedesca del paese. Alcuni canapai di Zurigo
avevano cominciato ad importare canapa dall'Olanda ma sono stati bloccati
dalle autorità doganali. Se dovessi paragonare la qualità di canapa svizzera
a quella olandese (avendo abitato ad Amsterdam per sei mesi lo scorso anno)
direi che il grow-know-how svizzero è quantomeno competitivo.
Ad essere contenti della attuale situazione sono anche i contadini Svizzeri:
bisogna sapere che i costi per coltivare i terreni svizzeri sono molto più
alti della media europea. Da un lato i salari svizzeri (tra i più alti
d'Europa) e dall'altro le difficoltà legate alla coltivazione di un terreno
"alpino" avevano fatto si che i prodotti svizzeri venissero sempre più
schiacciati dalla concorrenza europea. Grazie alla canapa i contadini
Svizzeri hanno visto multinazionali di tutto il mondo interessate a comprare
quintali di "canapa alpina svizzera", cosa che ha finalmente riportato i
bilanci delle nostre aziende agricole in positivo.
Personalmente sono contento di poter offrire un prodotto puramente svizzero:
stiamo dimostrando che esiste un mercato svizzero della canapa e che
esistono aziende svizzere capaci di soddisfarlo.
Per quella che è la vostra esperienza il fenomeno dei
canapai ha provocato
problemi di ordine pubblico? E quale è il rapporto con la
popolazione locale
(inclusi gli immancabili "benpensanti")?
Indubbiamente ci sono state molte pressioni sui canapai. In molti cantoni la
Polizia è intervenuta chiudendo i negozi: a mio modesto avviso saranno tempi
duri per i Procuratori che verranno trascinati fino al Tribunale Federale.
Al di là dei cavilli legali direi che tutti si stanno rendendo conto (ora
che le cose non avvengono più al coperto) che quando l'ufficio federale di
statistica stimava che il 13% della popolazione consuma canapa non si stava
sbagliando.
Se nessuno fumasse, 150 negozi non avrebbero alcuna ragione di esistere.
Chiudere tutto significa ricreare la situazione di spaccio sulla strada, che
non piace a nessuno.
I vantaggi di avere i canapai sono numerevoli: tasse per le autorità
(tante!), lavoro per diversi disoccupati, controllo della qualità del
prodotto (ricordate l'erba albanese all'ammoniaca?), informazione ed
assistenza (come ogni droga, il troppo stroppia anche con la canapa ed è un
nostro principio ricordarlo), taglio netto con il mercato nero che mette i
semplici consumatori di canapa a contatto con droghe più pericolose, ecc.
E' chiaro che i reclami arrivano quotidianamente: la canapa non è ancora
parte integrante della nostra cultura è fa ancora fatica ad essere accettata
a livello sociale. Fino ad ora non ci sono però stati incidenti gravi: il
braccio di ferro tra pro-canapa e anti-canapa rimane comunque teso.
Quale è il vostro bilancio dell'esperienza sin qui fatta?
K-Pax è stato un vero e proprio sogno che giorno dopo giorno si concretizza.
Personalmente ho cominciato a fumare con le persone con le quali adesso
lavoro: sono scappato dalla polizia (e più volte mi hanno preso...), ho
fatto i miei salti mortali per trovare una canna di sabato, ho visitato
Amsterdam pensando di essere in una specie di Paese dei Balocchi. Poi due
anni fa abbiamo fondato K-Pax: il successo è stato grande credo soprattutto
grazie ai nostri sforzi per ricercare ed offrire un prodotto che fosse
concorrenziale a quello olandese. Abbiamo assunto amici che erano
disoccupati, artisti che avevano bisogno di fiducia per spiccare il volo:
stiamo cercando di portare avanti un discorso aperto, che dia la possibilità
di esprimersi liberamente e fino ad ora non possiamo che essere soddisfatti
dell'esperienza che stiamo vivendo.
Più volte ai nostri clienti è stata attaccata l'etichetta stereotipata di
"criminali e drogati": personalmente ho incontrato davvero molte persone
positive mentre di criminali ne ho visti ben pochi.
Qual è il futuro della canapa?
Come ho già detto chiudere tutto significherebbe (obiettivamente) fare un
passo indietro. La canapa è una droga meno pericolosa dell'alcool ed è stata
bandita senza alcuna investigazione scientifica: a sostenerlo non sono io
ma i risultati di 50 anni di ricerche svolte dalle più prestigiose
organizzazioni scientifiche mondiali.
Recentemente l' IOM (Institute Of Medicine) americano ha presentato un
rapporto svolto su richiesta della Casa Bianca nel quale vengono messe in
luce le proprietà medico-terapeutiche della canapa e la sua relativa
tossicità. Ora però gli USA propongono di creare delle pastiglie alla canapa
perchè fumare (una qualsiasi sostanza) fa male. Mi permetto però di
ricordare che fumare dovrebbe essere una scelta dell'individuo, e ricordo
che il tabacco rimane una droga giudicata più dannosa della canapa.
Concludendo, direi che la canapa è un chiaro esempio di legge imposta al
mondo da parte degli USA e le nuove "soluzioni" americane sono l'ennesimo
ridondante voler risolvere tutto in chiave morale senza rispettare le
libertà dell'individuo.
Se l' Europa avesse il coraggio di analizzare oggettivamente la situazione
si renderebbe conto che l'opzione adottata dall'Olanda ben 20 anni fa è una
vera soluzione e non un giocare a nascondere i problemi.
|
|
|