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Lunedì 4 Marzo 1999
LA STAMPA



Lo spinello resta ancora un reato
Depenalizzazione, Palazzo Madama stralcia la norma sul consumo di droghe leggere
I Verdi provocano: offriamo fumo a tutti i senatori

ROMA. Tutti dai Verdi a spinellare, sabato sera. Nella scia di Marco Pannella (che per aver venduto provocatoriamente cannabis nelle piazze si guadagnò più di una denuncia), il Sole che ride promuove una giornata di "libero consumo" nel salone del gruppo a Palazzo Madama. Invitati tutti i parlamentari. E' la beffarda risposta al voto di ieri al Senato, che ha negato la depenalizzazione per le droghe leggere. "Hanno voluto proseguire su una linea ottusamente repressiva - dicono i Verdi -. Non importa, noi siamo per la persuasione: convinceremo con i fatti i senatori che l'erba non fa male, così in futuro potranno decidere a ragion veduta. Siamo certi che ne trarranno giovamento".
La provocazione arriva subito dopo lo stralcio dal disegno di legge di delega al governo per la depenalizzazione dei reati minori dell'articolo 14 - che prevede lo spinello di gruppo e la coltivazione domestica della cannabis per uso personale. Sullo spinello, la maggioranza si è spaccata in due: contro Verdi, Comunisti unitari, Prc e sinistra Ds; a favore Ppi, Udr, maggioranza Ds, Ri e il Polo, eccetto i riformatori Scopelliti e Milio. Per Leopoldo Elia (ppi) "il testo è stato ritenuto troppo permissivo", mentre il collega Giuseppe Fioroni sottolinea che "lo Stato deve ribadire il no alla droga. La repressione non risolve i problemi. Ma anche gli atteggiamenti ''teatrali'' non danno risposte alla lotta contro la tossicodipendenza". Più enfatico Riccardo Pedrizzi di An: "Una norma scellerata, con cui il fronte antiproibizionista vuole assestare la spallata definitiva sulla strada della completa legalizzazione degli stupefacenti". "Esterrefatto" per l'idea dei Verdi si dice Alessandro Meluzzi (Ri): "La spinellata rappresenta una banalità già vista e denota superficialità botanica e farmacologica. Non si capisce la preferenza per la canapa indiana nei confronti di altre sostanze altrettanto efficaci e pericolose per il cervello come peyote, funghi amazzonici, foglie di coca".
Mentre a Meluzzi il senatore Saro Pettinato consiglia di partecipare al party ("Ne guadagnerà di sicuro in lucidità. Ma mi sembra che per lui sia già la politica a funzionare da strumento di alterazione della coscienza"), si fanno sentire anche i contrari. La diessina Gloria Buffo definisce "grave" la decisione del Senato: "Alla conferenza governativa di Napoli più di un ministro si prese l'impegno solenne di favorire la depenalizzazione e varare una nuova legge sulla droga. Ora, invece che passi avanti, si stanno facendo passi indietro. Se il problema delle droghe diventa un puro espediente elettorale si fa un pessimo servizio alla collettività. La Sinistra dovrebbe distinguersi per impostazione, coerenza, efficacia. Quando non lo fa rinuncia alla propria ragion d'essere". E, per il senatore Piero Milio della Lista Pannella, "la decisione del Senato rappresenta l'ennesima conferma della volontà di questo governo di non tenere in alcun conto la volontà dei cittadini".
Ma lo spinello non divide solo nelle stanze della politica. Per un Don Benzi soddisfatto c'è infatti un Don Ciotti deluso. "La decisione del Senato - dice il responsabile dell'associazione Papa Giovanni XXIII - fa ancora sperare. Siamo convinti infatti che la distinzione tra droghe leggere e pesanti è una bugia. La droga è sempre dannosa perché destruttura la personalità. Lo Stato non può rispondere ai giovani che vogliono partecipare di più liberalizzando la droga". Al contrario per Don Ciotti "depenalizzare il semplice consumo non solo è giusto ma è anche la precondizione per educare. Scegliere la scorciatoia della punizione è una resa di fronte alla fatica dell'educare, è una drammatica dichiarazione di fallimento davanti alla necessità di investire in nuove politiche rivolte a giovani e famiglie, falsamente rassicurate e poi lasciate sole coi problemi".
Preso in contropiede dalla violenza del dibattito, il ministero della Giustizia in serata tenta di placare gli animi, promettendo un testo di legge ad hoc. "Lo stralcio non è certo una pietra tombale né servirà a affossare il problema - argomenta il sottosegretario Corleone - piuttosto ad accelerare le proposte in merito. Il voto di oggi ha risposto a schieramenti ideologici e ha avuto un carattere simbolico più che reale. Il ministro Diliberto avvierà un confronto con il ministro Turco e poi proporrà un testo di legge organico".

Raffaella Silipo




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