Logo Repubblica.it 27 MARZO 1999

Torna alla pagina precedente

Il Leoncavallo invita Albertini

"E' antiproibizionista? Fumiamoci un calumet della pace"
Milano, via alla tre giorni sulla "cannabis" al centro sociale. Il Polo contro il sindaco e il neoprocuratore generale Borrelli

di RODOLFO SALA

MILANO - È l'ultima polemica scoppiata tra i palazzi della politica milanese. Riguarda lo spinello libero, prende spunto dalle dichiarazioni antiproibizioniste del sindaco Gabriele Albertini e coincide con un appuntamento importante per i fautori della legalizzazione delle droghe: la tre giorni contro il proibizionismo cominciata ieri sera al centro sociale Leoncavallo. L'appuntamento quest'anno è incentrato soprattutto sull'uso terapeutico dei derivati dalla canapa. In programma concerti, dibattiti, spazi espositivi. Il clou domani pomeriggio, con la Grande semina (semi di canapa, ovviamente) nel piccolo parco che sta dietro il centro sociale. Stasera, sul tema "Per uno spazio antiproibizionista europeo", intervengono due esperti di fama internazionale: Robert Gorter, dell'Università della California, e Ulrike Hagenbach, dell'Association for cannabis as medicine di Berna. Dopo l'ultima uscita di Albertini, i leoncavallini gli hanno rivolto un invito-provocazione: "Venga a fumare con noi il calumet della pace...".
Intanto il Centrodestra è spaccato. Esultano i "laici" di Forza Italia, mentre anche l'opposizione di sinistra stavolta plaude al sindaco del Polo. An e i cattolici forzisti - con in testa il presidente della giunta lombarda, Roberto Formigoni - attaccano invece il sindaco "antiproibizionista". L'ultima accusa viene dal respondabile del settore Tossicodipendenze di An, Nicola Carlesi: "Albertini fa da testimonial della liberalizzazione delle droghe; il suo messaggio può indurre i giovani a pensare che le cosiddette droghe leggere non sono dannose, mentre è ormai scientificamente provata la tossicità neurocomportamentale di tali sostanze". Accusa estesa al neoprocuratore generale Francesco Saverio Borrelli, che ha subito commentato in modo favorevole le dichiarazioni di Gabriele Albertini.
Di ritorno da un viaggio a Barcellona, e riferendosi all'approccio degli amministratori di quella città in tema di tossicodipendenze, il sindaco aveva detto - a titolo "strettamente personale" - di non essere contrario allo spinello libero: "Ne ammazza più l'alcol che l'hashish, eppure da noi all'assoluta intransigenza per gli spinelli si accompagna una strana tolleranza nei confronti di chi si ubriaca". E ancora: "L'antiproibizionismo è lo strumento più utile per dare un colpo al grande traffico degli stupefacenti". An e i cattolici di Forza Italia hanno subito levato gli scudi: lo spinello è il primo passo verso l'eroina... Replica "inglese" dell'assessore Azzurro Sergio Scalpelli: "Questa tesi è una solenne stronzata".

 

Il "partito trasversale"
dello spinello libero

Preti, giudici, politici, intellettuali per la legalizzazione

di MARINA GARBESI

ROMA - Una "canna" oversize per ribellarsi (consolarsi?) della vittoria di Berlusconi, alfiere del centro-destra. Qualcuno ricorderà la performance di Nanni Moretti nel film Aprile. Una provocazione certamente di sinistra? Errore. Il sindaco di Forza Italia Gabriele Albertini, dunque di centro-destra, oggi si schiera a fianco del procuratore Borrelli per dire sì alla legalizzazione della marijuana. Un valido deterrente alla microcriminalità, evidentemente, per il primo cittadino milanese. L'ennesima prova che il "partito dello spinello libero" è sempre più trasversale. E si ricava nuove vetrine, nonostante un governo con più di un quarantenne ex sessantottino, ma che sceglie l' attendismo.
I militanti del fronte antiproibizionista sono magistrati, parlamentari, pezzi consistenti di società civile. Non più solo le avanguardie pannelliane. Oltre Borrelli, fra le toghe, ci sono Gherardo Colombo, il procuratore aggiunto di Milano D' Ambrosio, il pm Alberto Nobili. Il procuratore generale di Cassazione Fernando Zucconi Galli Fonseca, un anno fa, si schierò per la somministrazione controllata dell'eroina. La stessa logica che ha depenalizzato in commissione giustizia alla Camera lo "spinello di gruppo" e la coltivazione a uso personale di cannabis. Appena qualche giorno fa don Andrea Gallo, prete anticonformista di Genova, si fece fotografare mentre seminava le piantine. Anche il torinese don Luigi Ciotti è un antiproibizionista convinto, come lo sono il comunista Cossutta ("da quando ero nel Pci"), il forzista Antonio Martino, il fondatore della Dc ed ex ministro dell'Interno, Paolo Emilio Taviani. E poi c'è Luigi Manconi, leader dei Verdi, assieme a Marcello Pera, filosofo di Forza Italia; Michele Salvati, economista Ds, con Marco Taradash, ex radicale oggi forzista. Partito davvero eterogeneo: mescola Tiziana Maiolo (Fi) e Domenico Pisapia (Prc), ex presidenti della commissione giustizia. Un appello al Parlamento è stato sottoscritto da filosofi come Umberto Galimberti e Giulio Giorello, l'editrice Rosellina Archinto, il decano dei neuropsichiatri infantili Giovanni Bollea.
"Massimo D'Alema? Beh, di sicuro da segretario della Fgci raccoglieva firme per lo spinello libero...", segnala Taradash. "Oggi si limita a un parere personale. Che comunque non è di chiusura". Se uno poi va a rileggersi i firmatari del disegno di legge del sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone, anno 1995, ci ritrova nomi ora scomparsi dalla prima linea come il presidente della Camera Luciano Violante, il ministro degli Affari sociali Livia Turco, il presidente della commissione giustizia Anna Finocchiaro, i leghisti Maroni e Orsenigo. Benedetto Della Vedova, radicale, habituè delle distribuzioni di hashish per farsi arrestare: "Gli antiproibizionisti aumentano, si sa che un diciottenne su cinque prova lo spinello, ma c'è un fronte cattolico dentro la maggioranza che resta saldamente contrario. Non è solo la Jervolino, che firmò una legge ultrapunitiva poi cassata da un referendum. Tutto il Ppi è contrario. Così il Parlamento glissa sulla questione, i Ds mettono la testa sotto la sabbia, hanno paura di veti incrociati". Taradash: "È importante che un sindaco di centro-destra come Albertini si sia esposto. La sinistra di Cacciari e Rutelli, invece, finora è rimasta zitta...". Spiega Giuliano Pisapia: "Se è vero che dietro la microcriminalità c'è, soprattutto, il mercato della droga, io scelgo una politica di riduzione del danno. Il proibizionismo ha fallito. Con un costo sociale ed economico altissimo. Ma ogni volta che si parla di legalizzare spunta un'opposizione di tipo morale, ideologico: la droga è male. Uno sbarramento che guarda al consenso elettorale. Succede con la droga. Ma sta succedendo in questi giorni anche con la fecondazione assistita".

 

Torna alla pagina precedente   Vai a inizio pagina