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Il Senato boccia lo spinello libero

Depenalizzazione droghe leggere, scontro nella maggioranza
Declassati alcuni reati minori. Diliberto: progetto di legge per legalizzarlo

di DANIELE MASTROGIACOMO

ROMA - Farsi una "canna" è ancora reato. Così come coltivare piante di canapa indiana sul terrazzo di casa. Giunto ad una svolta decisiva, lo spinoso tema delle droghe leggere ha subito un nuovo intoppo e non è stato inserito tra i reati da depenalizzare. La commissione Giustizia del Senato ha stralciato l'uso e l' importazione di droghe leggere dal disegno di legge del cosiddetto "pacchetto giustizia", trovando divisa la stessa maggioranza di governo. Verdi, Rifondazione, Comunisti di Cossutta, alcuni diessini e persino esponenti di Forza Italia si sono battuti per evitare che passasse la proposta del relatore del provvedimento, il senatore del Ppi, Luigi Follieri. Inutilmente. La soluzione del problema droghe leggere è rinviata ad un disegno di legge specifico sulla materia che il governo si è impegnato a rilanciare: il ministro della Giustizia Diliberto ha annunciato un testo di legge che depenalizzerà lo spinello, rendendolo di fatto libero. Stralcio anche per i reati cosiddetti ambientali: non saranno depenalizzati.
Se sugli spinelli ci sono state reazioni, proteste e divisioni, con i Verdi che annunciano di voler distribuire sigarette di marijuana in Senato, sull'ambiente c'è stato un consenso pressoché unanime. La tutela della natura e della nostra salute non si può difendere con una multa. Anche salata. La prospettiva di una denuncia penale è un deterrente più efficace.
Il resto dell'importante provvedimento, uno dei quattro che compongono il pacchetto giustizia (reati minori, giudice di pace, presidii giudiziari metropolitani e rito monocratico), è comunque passato a larga maggioranza: 124 sì, nessun contrario e 20 astenuti. La novità politica che ha caratterizzato la sessione di ieri a Palazzo Madama è stata un incontro tra maggioranza e Polo sul cosiddetto "super 513", che ha inserito nella Costituzione i principi del giusto processo. Ma cosa cambia, nella vita di tutti i giorni, se il provvedimento passerà anche alla Camera? La filosofia di base, quella che ispira l'intero pacchetto, è accelerare i tempi della giustizia. Si sa che i processi sono lenti e che le montagne di fascicoli che ingolfano le scrivanie dei magistrati riguardano reati minori. Senza considerare la giustizia civile: una vera montagna di procedimenti per reati che potrebbero essere perseguiti con una sanzione amministrativa.
Così dopo aver definito compiti e ruoli del giudice di pace, quasi ultimata la futura mappa di quattro grandi uffici giudiziari (Torino, Milano, Napoli e Palermo) che dovrebbero sdoppiarsi, si è passati ai cosiddetti reati minori. Si trattava di esaminare quali di questi dovevano essere depenalizzati e perseguiti in via amministrativa. Molti sono dei semplici doppioni, altri hanno uno scarso impatto criminale, altri ancora sono frutto di un costume sociale ormai scomparso. La norma approvata al Senato e ora trasferita alla Camera per il varo definitivo, contiene decine e decine di reati: alcuni depenalizzati, altri del tutto abrogati. Si parte dal settore degli alimenti, regolato da una legge del 1962. La materia è stata sfoltita, per cui chi non rispetterà alcune leggi sarà colpito da una sanzione amministrativa. Questo non significa che l' igiene non sarà più tutelata: i reati più gravi restano di natura penale. Ma non esisterà più quella giungla che impediva all' esercente di mettersi in regola e facilitava illegalità pesantissime. Stesso discorso per la circolazione stradale. La guida senza patente, il fatidico articolo 80, non avrà più conseguenze penali. Ci sarà una multa salatissima per chi sarà sorpreso senza il permesso, ma non dovrà finire davanti al magistrato. E' sempre un reato penale, la guida in stato di ebbrezza e sotto l'effetto degli stupefacenti, l'omissione di soccorso, la falsificazione o la sostituzione della patente di guida. Cambia l'intervento penale sul codice della navigazione, escluse le norme sulla sicurezza in mare e l'occupazione abusiva del Demanio. Depenalizzato il reato di libertinaggio; abrogati i reati di mendicità, contro la pubblica decenza. Così l'oltraggio a pubblico ufficiale, già contemplato dal delitto di ingiuria. Depenalizzata l'emissione di assegni a vuoto che verrà punita con sanzioni amministrative anche più pesanti. Infine, sfoltimento di tutta una serie di reati tributari di carattere formale, tranne quelli legati a casi di particolare rilievo economico.

 

Lo "spinello" divide




TORNA a dividersi la maggioranza di governo sul problema dello "spinello libero". Dopo un lungo dibattito, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulla depenalizzazione dei cosiddetti reati minori. Ma ha anche deciso di stralciare quelli che riguardano l'uso collettivo di droghe leggere e che tutelano l'ambiente. Questo significa che la violazione delle norme che regolano le due complesse materie saranno ancora di natura penale e non amministrativa. Se la tutela dell'ambiente non si può esercitare soltanto con delle multe più o meno salate, perchè non costituiscono un valido deterrente, lo stesso discorso non si può applicare all' uso personale e collettivo delle droghe leggere. In via teorica, sin dal 1975, la giurisprudenza ha stabilito che farsi una spinello non era un reato.
La norma è stata però interpretata in modo restrittivo nel 1990 con la legge Iervolino-Vassalli, introducendo la modica quantità. Infine, con il referendum si era abrogata la punibilità dell'uso, aprendo la strada verso una liberalizzazione. Da allora ad oggi, la Corte di Cassazione si è più volte pronunciata sull'argomento. Spesso in modo contraddittorio. Prima ribadendo sostanzialmente l'illegalità dello spinello, poi distinguendo tra spaccio e uso personale. Quindi considerando non punibile l'uso collettivo.
L'articolo 14 del disegno di legge sui reati minori cercava di mettere la parola fine al tema. Declassando l'uso e l'importazione delle droghe minori da reato penale ad ammenda amministrativa. Ma su questo principio la maggioranza si è trovata spaccata. Il relatore del provvedimento, Luigi Follieri, ha proposto di accantonare la questione, con l'opposizione dei Comunisti di Cossutta e dei Verdi. A questi si sono aggiunti alcuni democratici di sinistra e dell'opposizione, come la senatrice Scoppelliti di Forza Italia. Alla fine lo stralcio è passato a larga maggioranza. Con una motivazione che ha suscitato forti perplessità: meglio affrontare la questione in un disegno di legge specifico, quello che il governo Prodi mise in cantiere. Peccato che sia fermo da oltre un anno nella sede del ministero di Grazia e Giustizia.
Il provvedimento adesso torna alla Camera per la sua approvazione definitiva. Droghe e ambiente a parte, introduce delle novità assolute nel panorama dei reati finora perseguiti in Tribunale: sono stati abrogati la bestemmia, la mendacia, l'oltraggio a pubblico ufficiale. E anche per la guida senza patente non ci sarà più il processo e la condanna, ma solo una multa.

 

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