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Lunedì, 29 Marzo 1999

Il milanese

Una domanda sullo spinello
di Guido Vergani

Il Leoncavallo invita a coltivare Hashish e Marijuana,distribuisce semi di cannabis. Il sindaco Albertini e' disponibile allo spinello libero. L'assessore Scalpelli, un po' protervamente, bolla come una "solenne stronzata" la tesi delle cosiddette droghe leggere anticamera della tossicodipendenza.

Milano ha tanti problemi, e d'improvviso i suoi amministratori si tuffano nel fuorviante dibattito sulla liberalizzazione, quasi che la permessivita' sia l'arma risolvente contro i clan mafiosi, mentre e' risaputo che ormai la criminalita' organizzata investe nella cocaina, nelle droghe sintetiche, nelle pillole anfetaminiche e, caso mai, si serve dello spaccio di marijuana per "evangelizzare" alla droga i minorenni.

Siccome sembra che ognuno abbia diritto al suo "bla-bla", al suo pressapochismo, me lo arrogo anch'io che, pur sostenendo la necessita' di depenalizzare radicalmente il consumo, appartengo alla categoria dei "solenni stronzi": quelli che considerano Hashish e marjuana droghe leggere.

La leggerezza sta solo nella quantita' d'uso. Se l'uso diventa abuso (e' sempre piu' raro lo spinello del sabato sera e si va quotidianamente a cilum a pipettate) non ha effetti mai leggeri, puo' determinare pensieri deliranti, allucinazioni, e' psicotizzante, porta in superficie o, come dicono i medici, 'slatentizza' malesseri, scompensi psichici che magari senza quell'acciarino non esploderebbero.

Farmacologicamente la conoscenza della cannabis e' precaria. Dei sessanta alcaloidi trovati nel fumo di marijuana, solo 14 sono stati studiati in profondita'. Negli ultimi vent'anni, e' quintuplicata nelle piantine di cannabis la concentrazione di tetraidrocannabinolo, sostanza psicoattiva.

La societa' vuole proteggersi dalla microcriminalita', vuole "ridurre il danno" sociale? Lo faccia , senza sbandierare l'inaccettabile bandiera dell'innocuita'. Lo faccia, sapendo di mettere a repentaglio gli adolescenti perche' l'eta' del consumo continua ad abbassarsi.

Nell'adolescenza dovrebbero maturare la definizione dell'identita', i meccanismi di difesa e la rappresentazione della morte. Marijuana e hashish interferiscono con questi passaggi determinanti della fatica di diventare adulti.

La repressione ha fallito.
Ma che sarebbe stato senza proibizionismo, senza quell'argine di certo malfunzionante e troppo ciecamente penale?

Chiediamocelo, bandendo gli schieramenti ideologici per cui lo spinello libero e' sinonimo di progressismo e ogni invito alla prudenza oscurantismo.

Chiediamocelo badando ai quasi unanimi pareri della psichiatria, della scienza, della farmacologia.


Questo articolo, segnalato da Pentothal su it.discussioni.droghe è apparso sulle pagine milanesi del Corriere.

È, a nostro parere, un esempio estremamente significativo di un certo modo di "ragionare" sulla cannabis (ahinoi abbastanza diffuso), basato su miti e leggende, privi di fondamento scientifico, che hanno in comune un approccio "terroristico" ad una sostanza in realtà molto meno dannosa di tante che abitualmente consumiamo senza eccessivi problemi.

Nel particolare, l'argomentazione che la cannabis sia in grado di indurre "stati psicotici" si basa su alcuni studi degli anni '60, oggetto di severissime critiche per la inconsistenza del loro impianto metodologico e che non hanno mai trovato conferma in epoca successiva (clicca qui per saperne di più).

Analogamente al mondo delle leggende appartiene la presunta "maggiore potenza" degli odierni derivati della cannabis rispetto a quelli degli anni passati: oggi come 30 anni fa la "potenza" della cannabis deriva dal contenuto in THC della pianta, che varia a seconda della latitudine, dei metodi di coltivazione e delle varietà botaniche utilizzate. (clicca qui per saperne di più)

Detto ciò nessuno ritiene che la cannabis sia "innocua". Certamente però è molto meno dannosa di sostanze "legali" e socialmente accettate quali il tabacco e l'alcool, i cui effetti sulla salute degli adolescenti non sembrano preoccupare più di tanto il signor Vergani.

Che ne sarebbe di noi senza "l'argine proibizionista"?
Chiediamocelo, senza pregiudizi ideologici, guardando ai risultati delle esperienze di riduzione del danno negli altri paesi europei (Olanda, Svizzera).
Chiediamocelo tenendo conto degli innumerevoli rapporti di organismi scientifici internazionali (Commissione esperti OMS, Consiglio nazionale delle ricerche francese, Commissione scientifica del Parlamento britannico, National Academy of Sciences USA, per citare solo i più recenti) che hanno unanimemente ridimensionato la presunta pericolosità della cannabis.

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