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Giovedì, 4 marzo 1999

Stralciato l'articolo sullo «spinello di gruppo» dagli illeciti che non saranno più punibili. An: l'alleanza del governo è in frantumi

Maggioranza, battaglia sulle droghe leggere

Ersilia Salvato (Ds) attacca i colleghi di partito contrari alla depenalizzazione. I Verdi: offriremo marijuana in Senato

ROMA - I Verdi minacciano una «fumata di erba» per dimostrare ai colleghi senatori, del centrosinistra e del Polo, che la marijuana «non fa male». Ersilia Salvato (Ds), vicepresidente di Palazzo Madama, attacca frontalmente i suoi compagni di partito, preoccupati «di mantenere equilibri di governo», e mette in guardia il Guardasigilli Oliviero Diliberto accusandolo di tenere chiuso in un cassetto il testo per la liberalizzazione della detenzione di droghe leggere. Don Luigi Ciotti del Gruppo Abele critica senza usare mezzi termini «la scorciatoia della punizione». Ha già provocato polemiche e lacerazioni il voto del Senato che, grazie a una maggioranza trasversale, ha stralciato l'articolo sul cosiddetto «spinello di gruppo» dal disegno di legge sulla depenalizzazione dei reati minori. L'emendamento è stato così accantonato con il parere favorevole del sottosegretario Giuseppe Ayala (Giustizia): oltre al Polo (fatta eccezione per Francesca Scopelliti e Pietro Milio) hanno detto sì i popolari, ciò che resta dell'Udr e quasi tutti i diessini.

Con il referendum del '93, il consumo di droga è di fatto liberalizzato. E stavolta l'articolo 14 del ddl sulla depenalizzazione avrebbe dovuto regolare (cancellando il reato e introducendo una sanzione amministrativa) quella zona ancora grigia per la legge: che comprende chi «illecitamente importa, acquista o comunque detiene sostanze stupefacenti o psicotrope comprese nelle tabelle II (cannabinoidi) e IV (oppiacei) congiuntamente ad altri per farne uso di gruppo; ovvero coltiva» marijuana «per farne uso personale». La materia era stata oggetto di alcune sentenze della Cassazione (che ha ritenuto non punibile la detenzione finalizzata al consumo di gruppo) ma poi al Senato la maggioranza trasversale ha ritenuto questa norma «troppo permissiva». Ha spiegato Leopoldo Elia, capogruppo dei popolari: «+ giusto sottolineare i pericoli che il messaggio contenuto nell'articolo 14 avrebbe rappresentato per i giovani». Ha aggiunto il senatore Riccardo Pedrizzi (An): «Il voto del Senato certifica la frantumazione dell'alleanza di governo».

Nella maggioranza non c'è solo Ersilia Salvato che alza la voce. Scendono in campo i senatori verdi Maurizio Pieroni e Saro Pettinato che tra un mese organizzeranno la «fumata d'erba» nella sede del gruppo a Palazzo Madama: «I colleghi devono conoscere prima di deliberare». Ma da Botteghe Oscure parla anche Gloria Buffo, responsabile Sanità dei Ds: «+ grave, nel momento in cui si decide di depenalizzare i reati minori, che si escluda la detenzione per uso personale di droghe leggere. Alla Conferenza di Napoli più di un ministro prese l'impegno. Ora, invece che passi in avanti, si sta tornando indietro». Immediata la replica del sottosegretario verde Franco Corleone (Giustizia) che risponde anche all'accusa di «affossamento» mossa da Ersilia Salvato: «Una proposta di legge che recepisca i risultati della conferenza di Napoli verrà presentata da Diliberto, che nei prossimi giorni avvierà un confronto su questi temi con il ministro della Solidarietà sociale Livia Turco». Il voto del Senato, aggiunge Corleone, «non servirà ad affossare il problema, ma anzi ad accelerare le proposte in merito».

Già il ministro Flick aveva istituito una gruppo di lavoro «ad hoc», la commissione La Greca, che si era occupato di stendere un testo sulla coltivazione e la detenzione di droghe leggere. Ma sempre Ersilia Salvato, nel sua dichiarazione di voto in aula, ha voluto manifestare il suo scetticismo sull'operato del governo: «Alla motivazione secondo cui la materia sarebbe delegata a un apposito disegno, non possiamo più credere. In questo modo, se non riesce più a far valere le sue buone ragioni, la sinistra finisce per svilire il suo ruolo». Diametralmente opposto il giudizio di Don Benzi, dell'associazione Papa Giovanni XXIII: «La decisione del Senato fa ancora sperare. Siamo convinti infatti che la distinzione tra droghe leggere e pesanti è una bugia».

Dino Martirano,


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