Torna alla pagina precedente Cannabis: miti e realtà Pagina successiva

MITO: La cannabis da dipendenza. Il consumo di cannabis porta al consumo di eroina.

REALTA': Sia l'assunto che la cannabis dia dipendenza fisica che la teoria della cannabis come "droga di passaggio" non hanno mai trovato una benchè minima conferma scientifica!



"La cannabis da dipendenza !" "Il consumo di cannabis porta al consumo di eroina!"
Accade periodicamente che i massmedia presentino, con titoli di questo genere, i risultati di studi pubblicati su prestigiose riviste, che costituiscono in realtà degli esempi di "ricerca scientifica tendenziosa". Si tratta di ricerche che, da risultati di incerto valore scientifico, traggono, per estrapolazione, conclusioni sul comportamento umano assolutamente arbitrarie.

Vediamo in breve alcuni esempi.

Nel primo lavoro dei ratti vengono dapprima sottoposti per due settimane ad infusione continua di un cannabinoide sintetico, l'HU210, quindi trattati con un antagonista, l'SR141716A, in grado di annullarne istantaneamente gli effetti.
Questo trattamento induce nei ratti modificazioni comportamentali (segni di nervosismo, tremori) e neurochimiche (aumento dei livelli di CRF - corticotropin releasing factor - nell'area limbica del cervello) analoghe a quelle riscontrate nella sindrome da astinenza da oppiacei.

Sulla base di queste osservazioni gli autori sono pronti a concludere che:

  1. la cannabis da dipendenza fisica
     
  2. le modificazioni neuroadattative indotte dalla cannabis nell'area limbica predispongono alla dipendenza nei confronti di altre droghe quali gli oppiacei

(F.R. de Fonseca et al, Science, 276:2050,1997)

A questi risultati si può facilmente obiettare che le modalità di assunzione ed il metabolismo dei cannabinoidi nell'uomo non hanno nulla a che vedere con quelle artificiosamente ricostruite nell'esperimento: chi fuma, anche "cronicamente", assume il THC "ad intermittenza" (non per infusione continua!) e la cessazione degli effetti avviene gradualmente (il THC ha, nell'uomo, un metabolismo "lento").

Questo impedisce il manifestarsi di una crisi da astinenza, tant'è che la letteratura scientifica è unanimemente concorde nell'escludere l'esistenza stessa di una sindrome d'astinenza da cannabis nell'uomo.

La presunta "predisposizione alla dipendenza nei confronti di altre droghe" è invece del tutto gratuita e non dimostrata in alcun modo dai risultati dello studio.

 
Il secondo lavoro, che dobbiamo al gruppo guidato dal farmacologo sardo Gaetano Di Chiara, studia le modificazioni indotte nel cervello dei ratti dalla somministrazione di delta-9-THC e di eroina.
Vengono in particolare studiate le modificazioni della trasmissione dopaminergica di un area del cervello, il nucleo accumbens, implicata nel cosidetto "circuito della ricompensa", la sequenza di reazioni chimiche che ci fa sentire felici in seguito a particolari attività o percezioni.

Constatato che sia il THC che l'eroina inducono analoga stimolazione dei suddetti centri nervosi, gli autori si spingono ad affermare che i loro dati,
" ... pur non fornendo evidenza diretta per una relazione causale tra uso di cannabis e uso di eroina, sono nondimeno coerenti con questa possibilità."

(G.Tanda et al, Science, 276:2048,1997)

L'insigne prof. Di Chiara e i suoi collaboratori fanno finta di non sapere che il "circuito della ricompensa" entra in gioco in ogni attività gratificante per l'organismo. Tale circuito è stimolato dalla cannabis e dall'eroina ma anche dal cioccolato, dall'attività sessuale, dal pecorino sardo, dall'ascolto della musica, e via dicendo.

Lo studio non dimostra in realtà nessuna affinità tra cannabis ed eroina e gli autori, a denti stretti, lo ammettono quando riconoscono che i loro risultati "non forniscono nessuna evidenza diretta" per un nesso causale nel consumo delle due sostanze; ma, e qui il pregiudizio si rivela più forte di ogni evidenza scientifica, non sanno rinunciare a definirli "coerenti con questa possibilità".

 
Ad un altro gruppo di ricercatori sardi dobbiamo invece questo altro studio.
Un gruppo di ratti venivano tenuti sotto infusione continua di delta-9-THC. La semplice sospensione dell'infusione non induceva significative modificazioni del loro comportamento, mentre la somministrazione di una sostanza antagonista, l'SR 141716A, era in grado di provocare nervosismo e tremori, interpretati come segni di crisi d'astinenza. In entrambi i casi inoltre era possibile riscontrare una diminuzione della attività dopaminergica nell'area limbica del cervello.

Sulla base di questi dati gli autori concludono che:

  1. la sospensione della somministrazione continua di delta-9-THC si associa con una ridotta trasmissione dopaminergica nel sistema limbico
     
  2. queste modificazioni neuronali potrebbero avere un ruolo nello sviluppo di dipendenza nei confronti della droga.

Marco Diana et al, PNAS , 95:10269-10273, 1998  )

Anche questo esperimento non riproduce in alcun modo le modalità di assunzione del THC nei consumatori di cannabis (vedi quanto detto sopra a proposito del primo lavoro).
Se non bastasse la semplice sospensione della infusione non è in grado di indurre segni di crisi di astinenza, perchè questa si verifichi è necessario che i malcapitati ratti vengano sottoposti ad un "bombardamento" chimico che non ha nulla a che vedere con quanto avviene fisiologicamente nell'uomo.

Sulla prima conclusione vedi quanto detto a proposito del "circuito della ricompensa" nel secondo lavoro.

La seconda conclusione è invece una perla di tendenziosità, riflette cioè una convinzione degli autori, per nulla dimostrata dai risultati dello studio.

Giancarlo Arnao ha intervistato uno degli autori della ricerca.
Cliccate qui per il testo dell'intervista

 

In realtà l'unica cosa che tutti questi studi dimostrano
è che i pregiudizi sono duri a morire!

Sia l'assunto che la cannabis dia dipendenza fisica
che la teoria della cannabis come "droga di passaggio"
non hanno mai trovato una benchè minima conferma scientifica!

Eppure continuano a farsi strada nella mente di quanti
consentono ai propri preconcetti di far velo alle evidenze!

Torna alla pagina precedente Cannabis: miti e realtà Pagina successiva