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Una protesi dentaria fatta interamente di cannabis. E’ il singolare, abile stratagemma ideato da un italiano – arrestato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti – nel tentativo di introdurre della droga nel carcere di Genova Marassi. A scoprirlo, durante la perquisizione di primo ingresso, gli agenti di polizia penitenziaria in servizio nell’istituto, che si sono accorti della sostanza stupefacente occultata in bocca in sostituzione di alcuni denti mancanti.
“Bravissimi i nostri agenti – sottolinea Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe – tanto piu’ se si considera che, nonostante le gravi carenze di organico ed il grave sovraffollamento a Marassi, il personale svolge quotidianamente il duro e difficile lavoro con professionalita’, competenza, scrupolo e soprattutto attenzione”.
“Nel carcere di Marassi – denuncia Martinelli – mancano in organico ben 165 unita’. La struttura e’ sovraffollata all’eccesso: 456 sono i posti letto regolamentari ma le presenze dei detenuti si attestano a quota 720 (oltre il 55% gli stranieri presenti). Piu’ di 300 sono i detenuti tossicodipendenti: si tenga conto che nelle carceri italiane il 25% circa dei detenuti e’ tossicodipendente mentre in Liguria questa percentuale sale addirittura ad oltre il 39%, la piu’ alta in Italia. E’ dunque opportuno agire sul piano del recupero sociale per i detenuti tossicodipendenti, ma e’ altrettanto necessario disporre di adeguate risorse per far fronte alla possibilita’ che all’interno del carcere entri la droga”.