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La prossima sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dedicata al tema delle droghe, che si terrà a New York dall’8 al 10 giugno, dovrà essere l’occasione per una vasta mobilitazione internazionale. Nelle intenzioni degli organizzatori, l’Assemblea è destinata ad avere un esito precostituito: ribadire, senza alcun serio confronto di merito, le politiche esistenti, accentuando anzi l’escalation nella "Guerra alla Droga". Per contrastare questo disegno e far sì che proposte alternative possano emergere e voci dissonanti possano essere udite, è sorta la Lega mondiale contro la guerra alla droga (Global Coalition for Alternatives to Drug War). Già esponenti di un centinaio di associazioni antiproibizioniste e singole personalità di diversi Paesi hanno firmato l’appello, che costituisce la piattaforma della Lega. L’obiettivo è di estendere le adesioni e promuovere iniziative di movimento in tutti i Paesi dal 6 all’8 giugno, dando vita alle "Giornate mondiali contro la guerra alla droga". Forum Droghe ha già aderito a questa coalizione e ci proponiamo di svolgere un’azione di informazione e sensibilizzazione a tutti i livelli, compresi i membri della delegazione italiana che parteciperanno all’assise di New York. Pubblichiamo l’appello della Lega mondiale contro la guerra alla droga, invitando movimenti, organizzazioni, rappresentanti delle Istituzioni, singoli cittadini e tutti i nostri lettori e lettrici a sottoscriverlo.

Basta con la "guerra alle droghe".

Riformare Convenzioni e politiche Noi firmatari di questo appello, riconoscendo i danni ingenti provocati dalla "Guerra alla Droga", ci uniamo per sollecitare un vasto e approfondito dibattito, senza pregiudiziali, a livello nazionale e internazionale, sulla reale efficacia e le conseguenze delle attuali politiche sulle droghe, basate sulla forza e la repressione. Inoltre ci appelliamo ai nostri governi e ai singoli cittadini perché si comincino ad individuare soluzioni alternative alle istanze che queste politiche perseguono. Questo processo dovrebbe portare per prima cosa alla revisione delle convenzioni delle Nazioni Unite e degli altri trattati internazionali che impediscono agli stati di adottare politiche alternative, senza tuttavia limitarsi a questo. Siamo convinti che con un esame sereno, razionale e senza pregiudizi sia possibile trovare politiche efficaci che non si fondino sulla forza, la repressione e la proibizione, l’azione coercitiva della stato, bensì sui princìpi universali di rispetto dei diritti umani, della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza di fronte alla legge, della dignità degli uomini e delle donne, della salute individuale e collettiva, della sovranità delle nazioni. Sottolineiamo che questa Lega è formata da un larghissimo schieramento di posizioni politiche e sociali, con una vasta rappresentanza di istanze ideali e interessi differenti. L’eterogeneità degli aderenti alla Lega dimostra, da un lato, la forza intrinseca delle nostre idee, dall’altro, il generale riconoscimento del fallimento delle attuali politiche. Nonostante le nostre differenze, siamo però d’accordo nel giudicare compromessa una politica che autorizzi un permanente stato di guerra, senza spazio per una vera riflessione e valutazione degli effetti e degli abusi di questa guerra. Questa politica è in diretto contrasto con la missione e gli ideali delle Nazioni Unite e dei popoli di tutto il mondo. Nessuna società, né a livello locale né su scala mondiale, può vivere a lungo in un perpetuo stato di guerra. Noi non vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli e alle future generazioni gli effetti disastrosi di questa politica. È tempo di trovare alternative.