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Alla fine ce l’abbiamo fatta: oggi le tre leggi su Droghe, Carcere e Diritti Umani approdano ufficialmente in Parlamento. Mentre si stanno ancora contando le firme raccolte in questi mesi di campagna, il comitato promotore ha infatti rilevato l’urgenza di entrare nel dibattito parlamentare proprio nel momento in cui sta giungendo al voto dell’aula del Senato il disegno di legge sulla tortura e quando finalmente anche la legge Bossi-Fini è messa in discussione nell’opinione pubblica e nei  media.

La campagna “3leggi” ha ottenuto già due piccoli successi. Il primo è l’accelerazione della discussione sull’introduzione del reato di tortura nel nostro sistema penale, che è appunto ad un passo dal voto dell’aula al Senato. Un disegno di legge discutibile in alcune sue parti, in primis nella configurazione della tortura come reato comune e non come reato proprio dei pubblici ufficiali (come previsto dalle Convenzioni internazionali), anche se vengono poi previste aggravanti per gli appartenenti a organi dello Stato. Un disegno di legge che ha però un indubbio merito, dopo 25 anni di tentativi falliti, dopo Genova, dopo Bolzaneto, dopo i casi Aldrovandi, Cucchi, Uva e tanti altri ancora: il merito di essere stato incardinato a pochi mesi dall’inizio della legislatura e di essere giunto al punto di poter passare, solo fra qualche settimana, all’esame della Camera. Qui troverà anche la proposta di legge sostenuta dalle decine di migliaia di cittadini che hanno aderito alla mobilitazione per le “3leggi”.

Il secondo l’abbiamo già acquisito in estate, quando una parte delle proposte contro il sovraffollamento carcerario (abolizione della Cirielli per i recidivi) è stata inserita nel decreto  contro il sovraffollamento della  ministra Cancellieri ed è divenuta legge.

Oggi alla Sala Stampa della Camera dei Deputati diversi parlamentari annunceranno di aver sottoscritto e depositato i contenuti delle tre leggi, ancor prima che il comitato promotore consegni ufficialmente le firme alla Presidente Boldrini. La abrogazione della Bossi-Fini dopo la tragedia di Lampedusa è al centro della discussione e quanto meno l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, fino a pochi giorni fa vero e proprio tabù, appare un obiettivo raggiungibile. Anche alcune norme della legge Fini-Giovanardi sulle droghe, prima vera grande causa del sovraffollamento delle carceri italiane e della repressione di centinaia di migliaia di (giovani) consumatori stanno per essere discusse alla Camera: si tratta dell’introduzione come previsione autonoma dei “fatti di lieve entità” di droga, che non richiederanno il carcere.

Non solo la campagna “3leggi” sta producendo alcuni piccoli ma significativi risultati legislativi; soprattutto è stata capace di mobilitare il tessuto sociale su argomenti difficili e facilmente oggetto in questi anni di campagne demagogiche. Sono tantissimi i singoli cittadini ed i gruppi, anche informali, che in questi mesi hanno scaricato i moduli, portandoli ai Comuni o organizzando banchetti ed iniziative. Centinaia di migliaia sono stati gli accessi fra sito e social network, e moltissimi coloro che si sono offerti come testimonial, fra gli altri Don Ciotti, Ascanio Celestini, Daniele Vicari, Elio Germano e Ilaria Cucchi.

Prima di lasciarci aveva “benedetto” la campagna anche Don Andrea Gallo. E proprio nel suo ricordo oggi possiamo dire che, se c’è forse un ventennio che sta finendo, questo è quello della foga securitaria e delle leggi criminogene e repressive. Leggi che provocano dolore e morte in mare, nelle carceri, nelle piazze e nelle mille stanze e vicoli bui del nostro paese.