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A pochi giorni dal voto in California (il 2 novembre), i sondaggi danno un testa a testa fra favorevoli e contrari alla legalizzazione della cannabis, con questi ultimi in recupero nelle ultime settimane. Se approvata, la Prop19 consentirebbe ai cittadini californiani maggiori di 21 anni la coltivazione e il possesso personale fino a un’oncia di marijuana, mentre le città e le contee potrebbero autorizzare la coltivazione e il commercio legali. Il dibattito si sta facendo rovente anche perché a fianco degli oppositori è sceso in campo il governo federale. Per primo, il Procuratore Generale Federale Eric H. Holder jr dichiara che il Dipartimento di Giustizia Federale perseguirà con rigore la coltivazione e la vendita di marijuana, anche in caso di approvazione del referendum. Una minaccia grave, perché Obama ha sempre detto di voler rispettare i pronunciamenti popolari. Poi, è la volta dello zar antidroga, Gil Kerlikowske, la settimana scorsa impegnato in un giro elettorale in California. Visitando un servizio per le dipendenze, lo zar ha predetto un aumento dei consumi, con conseguente aumento delle dipendenze da marijuana, in caso di vittoria della  Prop 19.
Il danno della marijuana è uno degli argomenti favoriti dei proibizionisti, che hanno impostato una campagna terroristica alla Refeer Madness degli anni trenta. Ma la salute pubblica è anche uno degli argomenti pro legalizzazione: se la Prop 19 passasse, milioni di Americani potrebbero  usare una cannabis di sicura composizione. Proprio la sicurezza della sostanza sul mercato legale permetterebbe entro breve tempo di sgonfiare il mercato nero, come a suo tempo è accaduto dopo la fine della proibizione dell’alcol. Un studio condotto dalla RAND Corporation, appena uscito, calcola in 2 miliardi di dollari le perdite di profitto dei trafficanti di droga messicani in caso di legalizzazione. La Law Enforcement against Prohibition, un’associazione che riunisce più di 35.000 agenti di polizia e operatori della giustizia denuncia il silenzio degli oppositori circa il fallimento della proibizione. “I cittadini vogliono che la polizia li protegga, non che gli agenti perdano tempo dietro reati insignificanti di marijuana”, scrivono J.MacManara e S. Downing, due ex capi della polizia (Usa Today, 20 ott.)
Stephen Gutwillig, della Drug Policy Alliance (la più importante organizzazione che si batte per la riforma della politica della droga), risponde punto su punto allo zar antidroga: “La verità è che oggi la marijuana è meno cara, più potente e facilmente disponibile ai giovani di qualsiasi età..La metà di tutti gli arresti per droga è per reati minori di marijuana ma questo non influisce di una virgola né sulla domanda né sull’economia illegale”. Quanto al rischio di dipendenza, “la marijuana è molto meno additiva dell’alcol e delle sigarette” – aggiunge Gutwillig – senza contare che “la maggioranza dei consumatori di cannabis è in trattamento semplicemente perché presi dalla polizia, il 57% secondo i dati federali”.
Il danno della proibizione si misura anche sulla discriminazione razziale. Secondo uno studio diffuso pochi giorni fa da ricercatori del Queens College, City University of New York, dal 2006 al 2008 nelle 25 principali città della California gli arresti di Afro Americani per possesso di marijuana hanno superato di molte volte quelli dei bianchi. Ad esempio, a Los Angeles, i neri arrestati per detenzione di canapa sono sette volte il tasso dei bianchi; a San Diego, sei volte.
Comunque vada a finire, la California ha già deciso di ammorbidire la proibizione della cannabis.  Agli inizi di ottobre, il governatore Arnold Schwarzenegger ha firmato una legge che riduce il possesso di marijuana fino a 28.5 grammi a semplice infrazione, punibile con una multa di 100 dollari, senza alcun procedimento giudiziario né problemi di fedina penale. La legge entrerà in vigore il 1 gennaio 2011.
“In questi tempi di drastici tagli alle spese della giustizia e della polizia, non possiamo permetterci di spendere le limitate risorse che abbiamo perseguendo gli illeciti per marijuana”, ha dichiarato il governatore. Ma non è questo uno degli argomenti forti dei sostenitori di Proposition 19?