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“Nevica ” su Bologna, anche a giugno. La cocaina che si respira in città è quasi quanta quella che penetra nei bronchi a Roma e delle città brasiliane, tranne la più gaudente San Paolo, dove la dose raddoppia. Possiamo consolarci pensando che sotto le due torri la “neve” è meno della metà di quella di Milano, ma ci avviciniamo a Los Angeles, che qualche anno fa, secondo una ricerca Usa, era perfettamente al nostro stesso livello.
Lo studio del Cnr di Roma programmato per captare le particelle disperse di sostanze stupefacenti che permangono nell´aria in tutta Italia, realizzato con l´aiuto dei tecnici dell´Arpa, ha dato il responso. Bologna è una città dove la cocaina è di casa e nell´atmosfera la quantità è quasi identica a quella che si riscontra mediamente nel Nord Italia. In nanogrammi, Bologna ha raggiunto un livello massimo di 0,10 per metro cubo (rilevato in una settimana di gennaio 2009), mentre la media del Nord Italia in inverno è di 0,11 (Milano ha la concentrazione più pericolosa d´Italia con una media di 0,25, mentre Roma è quasi ai nostri stessi livelli).
Se la dispersione nell´aria è il sintomo che dà la proporzione del consumo, a Bologna si usa più coca di ogni altra città della regione: Modena arriva a 0,08, Parma 0,04, Rimini 0,02. Solo Reggio supera Bologna e tocca quota 0,14, ma solo perché è diversa la rilevazione delle polveri: lì la ricerca è stata fatta sul particolato PM 2,5, più fine, e non come in tutte le altre località con il PM 10. «I valori, invece a giugno si dimezzano, a causa della dispersione degli inquinanti – dice Eriberto De Munari, dell´Arpa di Parma, che ha coordinato i prelievi dei campioni di aria nelle cinque città emiliane – . Il nostro studio rivela che questo delle sostanze illecite nell´aria è un problema emergente e non abbiamo idea di quali siano gli effetti a lunga distanza sulla salute».
E´ stato calcolato anche il livello di cannabinoidi, tre isomeri del principio attivo della cannabis. Bologna nella terza settimana di rilevazioni invernale ha toccato il livello di 0,15. Si può paragonare la presenza di sostanze illecite nell´aria con il benzopirene, sostanza inquinante degli idrocarburi monitorata costantemente perché cancerogena. A Bologna il livello raggiunto dal benzopirene nelle tre settimane invernali di rilevazioni è stato di 0,40 o 0,70 nanogrammi (non può superare per legge il valore di 1 nanogrammo), non così distante da quel valore massimo di 0,10 attribuito alla presenza di cocaina. «Ciò vuol dire che questi dati hanno un loro significato – dice Angelo Cecinato, il ricercatore del Cnr di Roma che ha pubblicato lo studio sulla rivista scientifica “Atmospheric Environmnet” – I problemi ora sono due. Da un lato, studi più perfezionati dovrebbero dirci se esiste una correlazione proporzionale certa tra i numeri rilevati e il consumo. Dall´altro, sarebbe necessario iniziare studi di carattere sanitario in modo da poter stabilire se l´assunzione con il solo respiro di quantità di droga infinitesimali, ma protratte nel tempo, costituiscano un danno alla salute. Studi come il nostro sono solo apripista».
Per pura curiosità, si possono riportare anche i livelli comparativi di altre sostanze che la ricerca ha rintracciato nell´aria. La caffeina d´inverno è arrivata superare i 6 nanogrammi, mentre la nicotina addirittura i 42 (e non basta, perché la nicotina è inoltre presente anche come gas). Sarebbe interessante sapere anche gli effetti del fumo di sigaretta che rimane comunque nell´aria della città, con o senza il divieto nei locali.